Evelina SantangeloIl sentimento del mare

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Il mare trabocca di storie: viste da terra, cercate fra le onde o luccicanti sul fondale. Vicende e avventure che hanno sempre qualcosa di epico, mitico ed estremo. E a raccontare questo mare corale è la voce della scrittrice colta in un momento di deriva della propria esistenza. È lei, ferita e stremata come dopo un naufragio, che ne raccoglie le tante storie con un’angolazione calda, narrativa, quasi investigativa: l’ostinazione di Carmelo, che ha cercato di dare una nuova esistenza a un capodoglio ucciso dall’uomo ricomponendone lo scheletro per anni; le gesta di chi – come Donald Crowhurst nel 1968 – il mare lo ha voluto sfidare in barca a vela, in un giro del mondo senza scali che lo ha portato alla follia; le disavventure di quanti hanno rischiato la vita tra pirati e banditi; le donne di Lipari, instancabili, che negli anni Cinquanta hanno affrontato fatiche immani per strappare magre risorse alla terra e alle onde. 

Il Mediterraneo è il mare tra le terre, il mare delle civiltà, e insieme il mare della vergogna, il mare dei migranti. Sulla sua superficie affiora pian piano anche la vita della donna che scrive: l’infanzia scatenata tra campagna e rocce, la passione matta per uno zio pescatore, la crisi che sta vivendo ora, mentre racconta e si immerge d’inverno nell’acqua gelida alla ricerca di qualcosa che assomigli alla piú sfrenata vitalità. 

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«Santangelo sa fare il lavoro del mare con le parole. Andare a fondo vuol dire anche trovare il senso delle cose piú nascoste» (Michela Murgia).

«Di pensiero vagabondo, di movimento rapsodico, di vita e di morte, di libertà, di dolore e gioia, di verità spietata, di tenerezza e di prospettive capovolte è fatto Il sentimento del mare» (Eleonora Lombardo, «la Repubblica»).

«Un tesoro di voci, colori, avventure per spalancare l’orizzonte e partire per esplorazioni fantastiche nello spazio e nel tempo» (Sabrina Penteriani, «L’Eco di Bergamo»).

Luciana Littizzetto su Instagram scrive: «Questo romanzo di rinascita dopo una lunga apnea è di una bellezza struggente. È una perla scintillante nata da una ferita».

L’autrice racconta il libro alla trasmissione di Radio3, Fahrenheit.