Giorgio SciannaCose piú grandi di noi

Liceo Fermi, Minervino Murge (BT)
Docente: Maria Franca Tricarico
Classe: IV B scienze umane

Finale alternativo del romanzo di Giorgio Scianna, Cose piú grandi di noi

Marghe uscí dalla metropolitana per prendere aria; aveva bisogno di pensare, non sapeva che fare né dove andare. Sentí le prime gocce caderle sul volto ma rimase lí immobile, poi la pioggia aumentò e si accorse di essere bagnata fradicia. Il parco era vuoto, non c’era anima viva, di certo non poteva rimanere sotto l’impalcatura del faro che non la riparava dalle folate di pioggia che arrivavano a raffiche contro di lei. In lontananza vide una cabina telefonica, corse veloce sotto il diluvio e si chiuse dentro.

In quel momento pensò che non le restava altro che chiamare casa. Inserí gli spicci e prese in mano la cornetta: «Pronto?» – rispose Sara. Marghe non riuscí a dire niente, non uscí neanche una parola dalla sua bocca. Sentí delle voci in sottofondo, erano gli altri, sembravano finalmente felici. «Non hanno bisogno di me, causo solo danni» pensò Marghe.

Non aveva il coraggio di ritornare da loro dopo quello che era successo a Martino per colpa sua, doveva solo allontanarsi cosí che nessuno della famiglia sarebbe stato piú in pericolo. In fondo al suo zaino trovò una busta e la aprí: dentro c’erano delle banconote e un bigliettino.

Riconobbe la scrittura di Pietro, le chiedeva di raggiungerlo davanti alla stazione Buonarroti a mezzanotte in punto. Sapeva cosa avrebbe fatto lui, «Dossi me lo disse che scappare all’estero non era una buona opzione» rifletté lei. D’altra parte odiava il carcere e sapeva che era quello che l’aspettava il giorno dopo se fosse tornata a casa. Non era la vita che sognava, non voleva essere una fuggitiva, ma doveva trovare il suo posto nel mondo e di certo non era a Milano, dove, anche dopo aver scontato il suo tempo in carcere e ai domiciliari, sarebbe stata agli occhi di tutti «la terrorista pentita». Aspettò un po’ che la pioggia si placasse per rimettersi in testa il cappuccio e incamminarsi verso la stazione.

C’erano poche macchine parcheggiate nel cortile, la sua attenzione si soffermò su una macchina in particolare. Poggiata ad una BMW serie 3 nera c’era una figura maschile, abbastanza camuffata, con vicino un borsone; aveva i capelli ricci… quei ricci inconfondibili che Marghe riconobbe subito. Lo raggiunse.

Giulia