Chiara ValerioLa matematica è politica

Liceo scientifico Grigoletti, Pordenone
Docente: Alessandra Pavan
Classe: IV ESCA

«Democrazia e matematica, da un punto di vista politico, si somigliano: come tutti i processi creativi non sopportano di cambiare mai», questa è la citazione principale che ci presenta il libro La matematica è politica di Chiara Valerio. Democrazia e matematica, che ci appaiono molto diverse fra loro, presentano delle somiglianze. La scrittrice ce le spiega nel suo saggio.

In primo luogo viene sottolineato come entrambe si basino su un sistema di regole condivise a tutti e verificabili, infatti «La democrazia è matematica, si basa su un sistema condiviso di regole continuamente negoziabili e continuamente verificabili». Ma se in matematica non ci possono essere dei tiranni, perché la verità non si scopre mai da soli ma insieme, seguendo dei passaggi basati sulle stesse definizioni, in quanto una persona non può inventare le proprie regole. In politica le dittature ci dimostrano come un singolo individuo possa decidere per molti. Leggiamo appunto: «La democrazia presuppone concetti di rappresentazione, grammatica, e regole condivise. Ma mentre in matematica non esistono tiranni, politicamente i tiranni sono esistiti e possono continuare ad esistere».

Viene descritta anche la dittatura, che è un sistema piú semplice, in quanto c’è solo una persona al comando che fa eseguire degli ordini a tutti gli altri. Questa forma di governo non è matematica, non troviamo piú le regole condivise e interpretabili, tanto è vero che «non ha altra conseguenza, altra implicazione oltre che all’obbedienza». Successivamente ci viene chiesto di pensare anche alle rivoluzioni, che «dopo aver rotto le regole comuni o rovesciato le dittature, tendono a creare regimi di controllo ancora piú autoritari». Troviamo quindi un altro spunto di forma di governo non paragonabile alla matematica.

Inoltre, ci viene proposto il concetto della comunità, presente in entrambi i campi. Nella democrazia tutti i cittadini che hanno raggiunto la maggiore età sono chiamati a dare la loro opinione votando, il popolo è quindi fondamentale per la forma di governo stessa, possiamo sottolineare come «Il corpo democratico esiste solo con i cittadini, il corpo democratico, ha bisogno di esseri in comunicazione». In matematica la verità non si possiede mai da soli, in quanto «o siamo tutti in grado, date le condizioni al contorno e l’insieme di definizione, di giungere allo stesso risultato, o posso gridare forte quanto voglio di possedere la verità, ma griderò invano».

Veniamo anche invitati a pensare ai nostri diritti e doveri, che sono un altro tema fondamentale del libro. Nel saggio vengono riportati diversi articoli della nostra costituzione, tra i piú importanti ricordiamo il primo, il secondo, l’undicesimo e il cinquantaquattresimo, che definiscono la democrazia e i suoi principi, descrivono i comportamenti fondamentali dei cittadini. L’autrice ha voluto evidenziare come non essere un politico sia considerato piú noioso, rispetto all’essere leader, nonostante non tutti i rappresentanti del popolo attuali siano considerabili come degli esempi dignitosi. Non viene però considerato che «Il lettore, come chi studia matematica, è capace di stare da solo. Chi sta da solo è politicamente complesso perché non deve essere intrattenuto». Questo spunto di riflessione ci fa capire come l’essere cittadini consapevoli, che si informano e studiano, porti ad essere complessi, quindi non noiosi. Ci insegna a pensare con la nostra testa.

Ci viene ricordato di considerare gli errori, anche dei nostri leader, come umani, in quanto tutti sbagliano. Ecco un altro punto in comune fra democrazia e matematica, l’errore. Dobbiamo ricordarci che anche i matematici, considerati i «geni» della società, non dicono sempre la cosa corretta, ma i loro sbagli vengono spesso dimenticati, in quanto «la matematica è una disciplina che non lascia spazio all’ignoranza dell’errore».

Chiara Valerio ci fornisce una sua personale definizione di quello che è studiare matematica e dei motivi per cui questa ci può essere utile per capire la politica: «Studiare matematica significa esercitarsi a intravedere, supporre, immaginare regole che non riguardino un individuo o un oggetto, ma piú individui e piú oggetti e soprattutto le relazioni fra essi». Notiamo come tutte queste capacità ci aiutano a capire meglio le nostre leggi fondamentali; la Valerio, infatti, chiede al lettore di considerare la matematica anche come un esercizio utile per la democrazia.

Nel libro viene trattato anche il Covid-19 e come questo abbia limitato alcuni dei nostri diritti fondamentali e non possa essere considerato un contrasto con la democrazia e tutto il sistema di regole, in quanto il sistema sanitario italiano non era in grado di sopportare una situazione grave come quella della pandemia.

Giulia