Davide MoscaBreve storia amorosa dei vasi comunicanti

ITE Tambosi, Trento
Docente: Sara Losa
Classe: V SA

Esercizi di scrittura creativa: riscrittura del finale di Breve storia amorosa dei vasi comunicanti di Davide Mosca

1. Insieme

Dopo essersi alzato Remo decise di andare a fare una camminata per riflettere su cosa era successo la notte prima, quando lui e Margherita avevano deciso di dormire insieme. Quando Margherita iniziò a spogliarsi, Remo si sentí a disagio, ma non per colpa di Margherita: si sentí a disagio per colpa sua, voleva cambiare in quel momento per potersi spogliare senza problemi, voleva che il grasso in eccesso accumulato in quel tempo sparisse. Durante la sua pesante e faticosa camminata, Remo si trovò a compiere una scelta: o rimanere ciò che era o cambiare, non solo per sé stesso, ma anche per le persone che gli stavano accanto, come Margherita che quella mattina non fece colazione.

Dopo un periodo di contemplazione, Remo decise di fare ciò che doveva fare da molto tempo, ossia rimettersi in forma. Sapeva che non sarebbe stato facile, dato che la forma del suo corpo al momento non permetteva di fare movimenti agevolmente. Ma come Remo si convinse di finire il suo libro, si convinse allo stesso modo di cambiare e di piacere a sé stesso senza provare nessun tipo di vergogna. Decise di tenere nascosto a tutti il fatto che si svegliava di mattina presto per andare a correre, nel mentre però faceva ciò che era solito fare.

Margherita, dopo due settimane, siccome era abituata a mangiare poco, iniziò a notare che Remo stava mangiando sempre di meno e spinta dalla curiosità decise di parlargli in privato. Remo fece finta di niente, perché di cibo non ne voleva proprio parlare e si dovette inventare al momento una stupida scusa, ma Margherita non ci cascò.

La giornata seguente Margherita si recò di mattina sotto casa di Remo e lo vide uscire per andare a correre. Remo preferiva correre di mattina presto, perché oltre a non cambiare il suo programma giornaliero, non veniva visto da molte persone, il che lo rendeva piú sicuro di sé. Il vuoto che Remo sentiva, a poco a poco si iniziò a colmare: invece di mangiare andava a correre, e seppure non fosse sicuro di sé ed era faticoso, quasi niente lo fermava piú dall’idea di poter cambiare in meglio. Remo iniziò a vedere un’immagine di sé sempre piú diversa rispetto a poco tempo prima. E in Margherita, che vedeva Remo in cerca di cambiamento, scattò qualcosa, un desiderio di miglioramento. Vedendo Remo che si impegnava cosí tanto nel voler cambiare, fu come se l’insaziabilità di Remo passasse, col passare dei giorni, a Margherita.

Quindi Margherita decise di cambiare a sua volta, o almeno di provarci, proprio come Remo stava cercando di modificare la forma del proprio “vaso” (corpo) e si sforzò di mangiare sempre piú frequentemente. Ormai lo iniziavano a notare tutti: Remo e Margherita stavano cambiando d’improvviso. Tutti erano felici per loro o almeno lo sembravano.

Remo iniziò a perdere i primi chili, ma d’altro canto Margherita sembrava non prenderne, e questo la portò in depressione. La solita gracile e allegra Margherita non cambiò la forma del proprio corpo, ma trasformò il suo ottimismo in pessimismo.

Remo, pur essendo totalmente concentrato nel proprio cambiamento, vide quello brusco nella personalità di Margherita, il che lo fece sentire a disagio: provò lo stesso sentimento che aveva provato durante quella sera, quando erano andati a dormire insieme e, preso da quel sentimento invalidante e lugubre, sentí il bisogno di aiutare Margherita nella sua lotta e decise di starle a fianco. Nonostante sembrasse un gesto semplice e di poca importanza, quel piccolo e semplice gesto cambiò totalmente la visione di Margherita, che ritrovò la motivazione dell’inizio e l’appetito perso. Però stavolta entrambi decisero di affrontare i loro problemi assieme e ognuno di loro dava consigli su come fare: iniziarono cosí a dare forma alla loro storia e alla loro relazione.

Ormai tutti lo iniziavano a capire: quando entravano loro due nel bar era come se nessun altro esistesse, c’era l’amore nell’aria e anche se i due interessati cercavano di non farlo notare e facevano finta di niente, tutti aspettavano calorosamente l’annuncio della loro relazione che però tardava ad arrivare. I giorni passavano ed entrambi sembravano persone diverse, come se il vecchio Remo e la vecchia Margherita del passato non fossero mai esistiti: Remo pesava meno della metà di quando aveva iniziato ad allenarsi, mentre Margherita non era piú la ragazza gracile e fragile di prima, ma sembrava piú in forma che mai.

Entrambi decisero di dichiarare ufficialmente la loro relazione, anche se si era capito dall’inizio: dopotutto sembravano uno la parte mancante dell’altra e col tempo si aiutarono a dare forma al proprio “vaso” insieme.

Patryk Andrzejak

2. Quando sono tornato a casa

Quando sono tornato a casa ho deciso di scrivere a quella ragazza, ma appena ho preso il telefono non me la sono sentita di scriverle e senza nemmeno accorgermene avevo già una coppa di gelato in mano. Verso sera mi sono fatto forza e ho deciso di chiamarla; quando mi ha risposto mi ha chiesto cosa stessi facendo; in quel preciso momento ho buttato subito il barattolo di gelato e sono saltato in pieni quasi istintivamente. Non sapevo perché lo avessi fatto e ho passato il resto della serata a parlare con Margherita.

Il giorno dopo mi svegliai per fare colazione per poi mettermi al lavoro; verso le 13 ordinai il pranzo su internet e dopo aver mangiato mi arrivò un messaggio da Margherita, la quale mi invitava al bar per bere qualcosina. Inizialmente non ero molto convinto della mia risposta, ma poco dopo decisi di farmi coraggio e mi preparai per uscire.

Arrivato al bar vidi Margherita a un tavolo in fondo, mi avvicinai e dopo averla salutata mi sedetti; dopo aver ordinato da bere vidi che Margherita si stava appuntando qualcosa sul libretto: pensai che stesse calcolando quanto stavamo spendendo, ma nel momento in cui appoggiò il libretto vidi che stava calcolando le calorie che avrebbe dovuto bruciare per non ingrassare.

Più tardi mi recai a casa e decisi anche io di prendere un taccuino e iniziai a segnarmi anche io tutte le calorie che ingerivo, ma il problema era sempre che esercizi fare per bruciare quelle calorie! Passò un mese da quando avevo conosciuto Margherita e iniziai anche a fare movimento andando a correre solo la sera tardi cosí che non ci fosse quasi nessuno che girava per strada e dopo questi due mesi ero calato di 10 Kg e Margherita ne aveva presi 3.

Il quarto mese, dal momento in cui ci eravamo conosciuti, decidemmo di fidanzarci e lei venne ad abitare da me. Durante il periodo di convivenza eravamo molto cambiati entrambi: io ero arrivato a 80 Kg e lei era arrivata a 60; riuscii anche a terminare il mio libro e a cercare un lavoro per riuscire a vivere meglio.

Nel giro di due anni riuscimmo anche a sposarci e avere due figli. Ora mi viene da ripensare che tutto è cambiato grazie a una semplice bevuta tra amici.

Stefano Dalpiaz

3. Un giorno Remo e Margherita

Un giorno Remo e Margherita presero molta confidenza a tal punto che Remo non si vergognava piú a mangiare in pubblico, soprattutto per il fatto che erano stati insieme per tutto il giorno e ciò li aveva rafforzati caratterialmente entrambi.

Arrivata la sera i due decisero di andare a mangiare una pizza, una per modo di dire perché è impossibile che Remo mangi una sola pizza e Margherita addirittura una. Nonostante questo, Remo e Margherita si avviarono al ristorante lí vicino.

La coppia entrò dalla porta e chiese subito un tavolo: «quello più bello» disse Remo, che voleva che quell’uscita rimanesse nel cuore della giovane Margherita.

Il cameriere li portò al piano superiore nella zona luxury e diede loro il menú. Remo e Margherita si sedettero l’uno di fronte all’altra e iniziarono a guardare il menú; Margherita ordinò una Margherita piccola mentre Remo ordinò quattro pizze maxi ripiene. Il cameriere tornò e prese gli ordini, se ne andò e dopo circa una ventina di minuti tornò al tavolo con l’ordinazione.

Margherita esclamò subito: «Che fame, ne mangerei una intera», ma dopo averne mangiato una fetta le venne subito un blocco psicologico e non ne toccò altra. Remo intanto continuava a mangiare fino al punto che Margherita si arrabbiò e gli disse: «Per piacere non mangiare così tanto!!! Mi stai facendo venire la nausea solo a vederti! Basta, per piacere!»

Remo non capiva e ribatté: «Scusa Margherita, ma sono solo alla seconda pizza, non sono neanche a metà!!!» Lei subito lo attaccò con una rabbia che non si spiegava e disse: «Remo! Tu pensi solo a mangiare!»

«No, non è vero, posso smettere quando e come voglio io!»

«Non ci credo! Ma ti voglio proporre una sfida: tu devi mangiare come me per una settimana: non resisterai un solo giorno».

«Allora facciamo una sfida entrambi: proviamo a invertire le nostre abitudini culinarie. Tu dovrai mangiare molto di piú, a cominciare dalla pizza che hai davanti, mentre io cercherò, ma che dico, ovviamente ce la farò, di mangiare molto, molto di meno e tutto ciò durerà una settimana».

«Va bene ci sto!»

«Ok, che vinca il migliore!»

Detto ciò i due se ne andarono dal ristorante e andarono a casa di Remo. Andarono a dormire e aspettarono il giorno dopo. Arrivate le dieci di mattina i due iniziarono dalla colazione: per Remo fu tutto molto semplice perché era molto motivato e gasato, mentre Margherita si trovò in difficoltà a causa della nausea. Per lei la colazione completa era veramente un ostacolo insormontabile. Solamente la visione le causava problemi.

«Se riesco a versarmi una tazza di latte sarò già a buon punto» pensava fra sé e sé. Niente da fare: la marmellata rimase nel vasetto, il latte nel bricco e le frittate con la pancetta si raffreddarono, mentre Remo sprofondava sotto il tavolo nel tentativo di trattenersi alla tentazione di afferrare tutto.

«Sforzati Margherita, altrimenti toccherà a me mangiare tutto… non vorrai sprecare tutto quel cibo? Lo sai che esistono persone che pagherebbero per essere al tuo posto? Lo sai che ci sono bambini che non bevono latte perché non possono permetterselo? E che la marmellata non sanno nemmeno cosa sia? E che…»

«Basta ti prego, non farmi la lezione da bravo maestro… anzi, sai cosa ti dico? Mi è passata la voglia… ci vediamo a pranzo».

Margherita si alzò dalla sedia con fare autoritario mentre cercava di evitare lo sguardo di Remo. Lasciò la cucina e se ne andò in camera sbattendo la porta. Remo rimase immobile. «È fatta!», pensava, «se solo riesco ad avvicinarmi alla frittata…»

Ovviamente Remo mangiò la colazione, come il pranzo e pure la cena, mentre Margherita rimase chiusa in camera con la scusa di sentirsi offesa. Lei sapeva che Remo non c’entrava nulla, c’era qualcosa nella sua testa che le impediva di voltare pagina, di riprendersi la sua vita, qualcosa che non la lasciava vivere libera dai sensi di colpa.

La notte passò lenta, insonne per entrambi, tutti e due con i crampi della fame in corpo. Al mattino Remo bussò alla porta di Margherita. Toc, toc! «Ehi Marghe, che ne dici di uscire oggi? Possiamo farci una passeggiata, oppure possiamo andare al cinema, anzi facciamo shopping! Sai cosa ti dico? Al diavolo la scommessa, ci teniamo i nostri problemi e continuiamo ad essere amici, ti piace la proposta?»

Margherita aprì la porta, sembrava sollevata come se si fosse tolta un peso enorme; guardò Remo, questa volta fisso negli occhi, lo abbracciò stretto e disse: «Ci sto, ognuno a modo suo come ai vecchi tempi!»

Elia Giordano

4. Remo e Margherita

Remo e Margherita due ragazzi trovatisi per caso ma rimasti per scelta. Una scelta di entrambi, ma del tutto spontanea, per il bene di loro stessi in prima persona: per il bene che insieme riescono a farsi. Due persone cosí diverse esteticamente ma con la stessa voglia di farcela, di rinascere. Che il loro legame è speciale lo si sa: fin da subito sono riusciti a capirsi e aiutarsi l’uno con l’altra, perché insieme si danno forza reciproca.

Un bel giorno decidono di scambiarsi, o meglio, di scambiare il loro stile di vita. Quindi, partendo dall’alimentazione, movimento,  insomma, le loro abitudini quotidiane. Remo non è che non mangiasse, anzi, mangiava eccome, ma solo in modo piú salutare e trattenendosi un po’ di piú da quei buchi di noia colmandoli con piú movimento. Lui non aveva smesso di scrivere, sia ben chiaro, in tutto ciò Margherita gli aveva dato l’ispirazione giusta, quell’ispirazione che gli serviva da un po’: gli sembrava essergli caduta dal cielo, ma era proprio lí ed era tutta sua.

Per quanto riguarda Margherita, non si abbuffava, al contrario. Però piano piano, giorno dopo giorno, cercava di mangiare sempre quel qualcosina in piú e per quanto riguarda il movimento non è che non facesse nulla, tutt’altro: quando non era presa dallo studio, accompagnava Remo e facevano lunghe  passeggiate.

Ogni giorno c’era qualcosa di nuovo da fare e i due erano sempre piú vicini, piú affiatati ma cosa ancor piú evidente erano a loro agio con loro stessi, con i loro corpi; tanto che proprio Remo le propose di andare un giorno intero in piscina, a rilassarsi, a divertirsi. Proprio lui, quello che poco tempo prima si vergognava anche solo a cambiarsi per mettere il pigiama alla luce del sole (o meglio quella artificiale), propose una cosa che forse nemmeno lui si sarebbe aspettato piú di dire.

Lei invece suggerí di fare un bel pic-nic: organizzò tutto lei, dal cibo alle carte da tavola per far passare il tempo, anche se il tempo tra quei due passava lo stesso molto in fretta. Tra tante risate, battute e coccole era subito sera. I due insieme riuscirono a sconfiggere i propri demoni, riuscirono a raggiungere i loro obiettivi seppur differenti, analoghi.

I due insieme capirono quanto sia importante amare prima se stessi per poi riuscire ad amare gli altri. Arrivando alla conclusione che tutti sbagliamo nella vita e tutti almeno una volta ci siamo sentiti ultimi. Si ha paura di sbagliare ma, forse, è piú corretto dire che abbiamo paura del confronto, di sentirci giudicati. Sbagliare non significa fallire. La vita non è una gara ma un percorso. Il proprio.

Giulia Maffioletti

5. Remo e Margherita iniziarono ad amarsi

Remo e Margherita iniziarono ad amarsi: si trovarano bene l’uno con l’altro, si vedevano spesso al bar e non solo, lei era molto presa dallo studio verso la fine dell’anno scolastico per riuscire a terminare i 5 anni di superiori al meglio, mentre Remo andava spesso al bar per scrivere i suoi testi – oltre che a mangiare e bere quasi troppo, superando sempre il limite.

Con il tempo i due erano sempre piú inseparabili, non riuscivano a staccarsi e inizarono a pensare al loro futuro: oltre a cercare di superare i loro problemi di rapporto con il cibo, a riflettere su cosa potessero fare in futuro.

Remo propose a Margherita di andare a convivere: lei, vista la sua giovane età, non si sentiva molto sicura di una scelta simile, era piú concentrata sulla scelta dell’univeristà; mentre Remo voleva diventare a tutti i costi uno scrittore, era la cosa che gli piaceva fare e voleva continuare a scrivere e cercare nuove idee da mettere nei suoi libri.

Finito l’anno scolastico, Margherita iniziò a pensare veramente di continuare la storia con Remo e decise di accettare la sua proposta: si sentiva piú sicura e con meno stress dovuto alla maturità, cosí andarono a vivere insieme nonostante la giovane età di entrambi. Remo sfruttò l’occasione di tranquillità e si dedicò molto alla sua passione per la scrittura: voleva assolutamente riuscire a realizzare il suo sogno. Margherita continuò gli studi fino alla maturità e passò gli esami con facilità, così poi aiutò Remo a scrivere i suoi libri. Dopo tanto tempo di fatica nell’esercitarsi a scrivere, Remo pubblicò qualche libro e inizialmente non ebbe molto successo, ma seppur un po’ abbattuto, cercò di non demoralizzarsi troppo e andò avanti.

I due ragazzi decisero di frequentare due medici pronti ad aiutare entrambi a superare le loro malattie, perché si resero conto che da soli facevano troppa fatica. Oltre alla scrittura Remo e Margherita iniziarono a frequentare una palestra: con il tempo Remo prese sempre piú motivazione e ispirazione sia nella palestra che nella scrittura.

Con il tempo entrambi riuscirono sempre di piú a risolvere i loro problemi fisici: Margherita iniziò a mangiare come consigliato dal medico e andava in palestra per mantenere il suo corpo in salute, oltre a iniziare a studiare per frequentare l’università; mentre Remo iniziava a cercare lavoro, oltre che occuparsi dei suoi hobby preferiti.

I due ragazzi trovarono sempre piú equilibrio in quello che facevano, riuscirono a combattere le malattie da cui erano afflitti: Remo riuscí a raggiungere un peso di 80 kg (con la palestra riuscí ad avere un bel fisico muscoloso); trovava anche buona compagnia in quell’ambiente, conobbe brave persone con cui andava d’accordo e grazie all’abitudine di spingere per fare meglio, riuscí anche togliersi completamente il vizio del cibo non salutare.

Margherita riuscí a prendere peso e a tornare a una forma fisica normale: anche a lei piaceva andare in palestra ma non si fece prendere cosí tanto come Remo. Indipendentemente dal loro aspetto fisico, il loro amore non cambiò: si amavano alla follia e restarono sempre insieme. Ovviamente la loro gioia nel vedersi rinati dal punto di vista fisico era un sollievo e una soddisfazione immensa per entrambi.

Un giorno, Remo ebbe una bella idea sul suo nuovo libro: era un brutto periodo per la sua carriera da scrittore, non riusciva a trovare nessuno spunto per scrivere un libro, ma si accorse che l’idea l’aveva proprio dietro di sé. Infatti, iniziò a raccontare la storia della sua vita, come era cambiata dopo l’incontro con Margherita, da quei semplici giorni al bar fino a quel momento.

Iniziò a scrivere, e scrisse tanto, sapeva di avere una bella storia da raccontare: infatti, appena uscito, il libro ebbe molto successo, perché fece capire a tutti i lettori cosa voleva dire trovare una persona che si ama davvero e come si possono affrontare i propri problemi andando contro ogni difficoltà.

Con i soldi della vendita, Remo fece una fortuna: si comprò una bella casa in cui abitare insieme a Margherita e riuscí anche a pagarle gli studi per l’università di Medicina. Sí, alla fine decise di fare Medicina: quel mondo l’affascinava, era consapevole di dover impegnarsi molto ma non le importava, le interessava solo fare quello che le piaceva.

Ovviamente Remo non si fermò con questo libro, la sua voglia di scrivere non diminuiva, anzi, era sempre piú ricercato dalle case editrici e scrisse tanti altri libri. Molti fecero successo, come il libro sulla sua vita: non c’era cosa che lo rendesse piú felice di vedere come era riuscito a trasformare la sua passione in un vero lavoro.

Dopo la lauera di Margherita, superata con il massimo dei voti, i due si sposarono e vissero per sempre insieme; ebbero anche due figli, un maschio e una femmina a cui raccontarono la loro storia e a cui insegnarono fin da subito cosa vuol dire affrontare la vita nel modo giusto, senza mai arrendersi. La vita dà opportunità a tutti, ma solo in pochi sanno sfruttarle nel migliore dei modi per avere successo e vivere felicemente.

Massimiliano Martinelli

6. Amarsi senza paura

A volte penso che il rapporto tra me e Margherita sia straordinario oltre che unico. Abbiamo entrambi dei problemi connessi all’alimentazione, io lo vedo come una soluzione, lei come un problema. Dovremmo imparare ad aiutarci di piú, affinché io riesca a farle vedere il cibo come una rinascita, un modo per aiutarla a farle capire che vita ci aspetta se impariamo a equilibrarci; lei potrebbe aiutarmi a non abbuffarmi invece.

È vero che dovremmo imparare a riuscire a farlo da soli, ma non sempre è facile. Mi fa ridere la gente che ci guarda come se fossimo una barzelletta: ci guardano stupiti e alcuni addirittura ridono di noi. Vedo Margherita sempre piú in difficoltà per il giudizio degli altri, io le dico di non guardarli, che se hanno tempo per giudicarci è perché sono infelici della loro vita. Mi sorride, capisce che sto cercando di fare il possibile per aiutarla; vorrei solo vivesse in modo piú leggero, solo cosí capirebbe cos’è davvero la felicità.

Io non le dico di mangiare perché la voglio diversa, assolutamente no: a me piace cosí come è, ma non le fa bene, io mi preoccupo per lei, voglio il suo bene. Perché l’amore è questo: saper accettare l’altro, aiutarsi nel bisogno e lei ha bisogno di me. Voglio che impari ad amarsi, a curarsi del suo corpo, delle sue piccole imperfezioni. Io sarò sempre al suo fianco, qualsiasi decisione lei voglia prendere.

Oggi Margherita ha portato a casa un sacchetto di Mc Donald’s: per lei un Big Mac e per me un’insalata; non mi aspettavo una sorpresa del genere! Senza dire niente mi ha fatto capire che è pronta ad amarsi, ad aiutare il suo corpo. Mentre mangiavamo mi ha chiesto se sono felice con lei, le ho detto che non c’è stato giorno da quando l’ho conosciuta in cui non sia stato felice, che grazie a lei ho imparato a non dare retta al giudizio degli altri, a sapermi dosare con il cibo, e a sapermi prendere cura di me e degli altri. Ha sorriso e ha dato un altro morso al panino.

Mi ha fatto capire quanto contano le mie parole per lei, quanto voglia sentirsi rassicurata e amata, e io ho capito che sono pronto a questo. A prendermi cura di lei e di me. E proprio in quella sera, attraverso un solo sguardo, abbiamo capito e imparato a prenderci cura l’uno dell’altro e a non dare piú retta al giudizio degli altri.

Perché amarsi è questo, e lei per me è vero amore. Il vero amore non è per tutti, ma per pochi. Bisogna impegnarsi a cercarlo. Non importa la condizione in cui siamo. Potremo essere felici quando ci metteremo a disposizione dell’altro senza pretendere di essere qualcosa che non ci appartiene. E io grazie a Margherita ho imparato tutto questo e ora lei lo sa.

Lisa Nones

7. Breve storia amorosa dei vasi comunicanti

Ormai sono mesi che Remo e Margherita si frequentano, entrambi però hanno ancora il problema del peso: lei pesa circa 50 kg mentre Remo pesa 105 kg. Insieme vogliono dare una svolta alla loro vita e quindi decidono di andare da un nutrizionista e fare anche delle sedute da uno psicologo, per risolvere i loro problemi legati allo stato d’animo.

Iniziata la dieta, Remo decide di provare a scrivere un racconto da presentare a una casa editrice, per cercare di sfondare nella scrittura (che è il suo sogno nel cassetto da anni), mentre Margherita ormai ha concluso il liceo ed è indecisa sul suo futuro: non sa se andare a lavorare nel ristorante dei suoi genitori, oppure proseguire gli studi.

Il mese successivo, visti i miglioramenti di entrambi, i due decidono di iscriversi in palestra, anche se l’idea di fare attività fisica non li fa di certo sorridere. Il tempo passa, e i due giovani si vedono sempre di piú e il loro rapporto si è rafforzato ancora, ma nessuno dei due ha il coraggio di fare un passo avanti oltre all’amicizia per paura di rovinare il rapporto, ma un giorno, quando stanno facendo una sessione di tapis roulant in palestra, Remo trova il coraggio e si dichiara a Margherita, la quale felicissima ed emozionata si dichiara a sua volta con lui. I due quindi si mettono insieme, e il loro rapporto va a gonfie vele.

Dopo circa due mesi di relazione i due decidono di andare a convivere insieme, in un piccolo monolocale che hanno trovato a un prezzo bassissimo. Intanto il loro percorso di recupero/perdita di peso continua molto bene, e la palestra sta aiutando i due a mettere su un po’ di massa muscolare. Ogni giorno che passa sono sempre piú soddisfatti del loro aspetto.

Un giorno arriva una telefonata dalla casa editrice a cui Remo ha spedito il libro, e riferisce al ragazzo che il libro è piaciuto e che vogliono offrire un lavoro a tempo indeterminato al ragazzo. Ovviamente Remo accetta felicissimo e decide di festeggiare con Margherita, e proprio mentre stanno brindando con un buono spumante, i due si guardano e rivivono tutto il percorso che hanno intrapreso e vedono soprattutto gli incredibili risultati ottenuti.

Il tempo passa velocemente e un anno dopo i due giovani fidanzati si ritrovano con un peso forma ideale e due impieghi: infatti anche Margherita ha iniziato a lavorare nel ristorante della sua famiglia, e soprattutto prova tanta gioia e voglia di vivere, cosa che un tempo aveva completamente perso. Gioia e voglia di vivere che ora entrambi hanno recuperato alla grande.

Martin Zeni

8. Il bene vince sempre sul male

Dopo esser entrambi tornati a casa, dopo quel bellissimo incontro, avevo un brutto pensiero. Avevo visto una Margherita molto piú in forma e molto piú decisa a migliorarsi, e io invece sempre cosí, sempre sfaticato e senza voglia di perdere peso, senza voglia di cambiare. Nella mia testa in quel momento scattò una scintilla: una scintilla che non doveva scattare, ovvero quella della depressione. Nella mia testa vennero troppi pensieri paranoici e pericolosi.

Per distrarmi chiesi a Margherita di vederci per avere un confronto, un chiarimento, un aiuto da una grande amica e non solo. Dopo due giorni ci siamo incontrati nel primo bar dove ci eravamo incontrati una delle prime volte e abbiamo iniziato a parlare: lei cercò di aiutarmi ma con scarsi risultati, anzi alimentò la mia voglia di scomparire e di farla finita una volta per sempre.

Dopo essere caduto in depressione sempre di piú, presi una decisione, ovvero quella di farla finita, quindi decisi di mangiare fino all’impossibile fino a star male e morire, ma almeno sarei morto con ciò che mi faceva sentire bene, ovvero il cibo. Allora iniziai a mangiare, a mangiare e ancora mangiare, fino a che un giorno arrivò Margherita a casa mia supplicandomi di non farlo: lei mi avrebbe aiutato a migliorarmi.

All’inizio non me fregò niente; però dopo un po’ decisi di ascoltarla e smisi di mangiare. Dopo vari mesi riuscii finalmente ad acquisire una forma piú consona e a piacermi di piú e ad accettarmi. Tutto questo è accaduto grazie a una grande amica (solo un’amica? chi lo saprà mai) che ci teneva tanto a me e mi ha salvato la vita.

Samuele Nardelli

9. La Sensazione

Una volta arrivato a casa ripensai a lei: la sensazione che provai quando la vidi la prima volta non la scorderò mai, era come se le nostre diversità ci rendessero molto simili.

Sapevo che tra noi due c’era qualcosa, ma avevo troppa paura che vedendo il mio corpo si sarebbe tirata indietro: preferii non cercarla piú, ma proprio in quel momento squillò il cellulare. Era un messaggio da parte di Margherita. Una volta aperto ne lessi il contenuto: mi aveva invitato a prendere un caffè al bar in centro città. Ad essere sincero non mi sentivo sicuro e avevo paura, ma raccolsi tutto il mio coraggio e andai all’incontro.

Quella sensazione che provai allora si rivelò essere vera: infatti, parlammo per ore senza mai stancarci, scoprimmo entrambi di avere moltissime cose in comune e da allora non ci fu giorno in cui non ci sentissimo almeno una volta.

Un giorno, mentre mangiavamo in un ristorante, notai che continuava a scrivere numeri, cosí decisi di chiederle che cosa fossero; ma lei mi disse: «Niente».

Io insistetti, ma lei si arrabbiò e se ne andò lasciandomi da solo al tavolo. In tutta onesta mi sentii in colpa e per qualche giorno non mi parlò. Mentre guardavo un film sul divano mangiando delle patatine, ricevetti una chiamata: era lei, voleva vedermi e parlare di ciò che era accaduto in quel ristorante, cosí ci organizzammo per il giorno dopo al bar in centro.

Il giorno dopo mi svegliai molto felice: felice perché l’avrei rivista anche se dovevamo affrontare un discorso molto serio. Siccome arrivai in anticipo, mi misi ad aspettarla davanti all’entrata e nell’attesa continuavo a sudare e a pensare a ciò che mi avrebbe detto. Una volta arrivata, mi guardò con aria seria ma dispiaciuta e mi disse: «Andiamo?»

Io la guardai entrare per qualche secondo poi entrai anche io; una volta arrivati al tavolo mi disse che ci aveva riflettuto e che era il momento di mettermi al corrente della sua condizione psicologica; io la capivo bene, piú di quanto lei potesse mai immaginare: il mio fisico era la mia prigione da cui scappare. Mi sembrava impossibile, un incubo che ogni giorno, boccone dopo boccone, diventava sempre piú grande, ma grazie a Margherita vedevo un barlume di salvezza.

Piú il tempo passava e piú mi innamoravo di lei, finché un bel giorno, mentre facevamo una passeggiata, decisi di non tirarmi piú indietro e la baciai: non lo ha mai ammesso, ma sono certo che lo aspettasse da molto tempo.

Dopo il bacio, le dissi ciò che provavo e le chiesi di essere la mia fidanzata; all’inizio la vidi un po’ scioccata e mi preoccupai della risposta, ma fortunatamente mi disse di sí: era il momento piú felice di tutta la mia vita, mi sentii al settimo cielo e da quel giorno tutto cambiò.

Margherita mi promise che ci saremmo impegnati entrambi a cambiare le nostre vite aiutandoci a vicenda ad affrontare le nostre paure e, una volta raggiunti i nostri obiettivi, ci saremmo sposati. Quella frase mi aveva motivato all’inverosimile: nonostante la fatica davo il massimo, giorno per giorno, e tutto grazie al supporto che lei mi dava. Cosí, come Margherita aiutava me, io aiutavo lei: tutti i giorni la incoraggiavo a mangiare senza curarsi delle calorie e col passare dei mesi riuscimmo a cambiare i nostri corpi.

Io, prima di cominciare la dieta, pesavo 120 kg, mentre Margherita 45 kg; dopo tutti quei mesi passati a lottare contro le nostre paure, raggiungemmo un fisico ideale: io ormai pesavo 84 kg mentre lei 55 kg. In seguito al raggiungimento del nostro obiettivo ci siamo sposati: ricordo bene il giorno, era primavera, il cielo era azzurro e il vento caldo ci sfiorava delicatamente la pelle; insomma, era la giornata perfetta. Lei era stupenda, sembrava di stare in paradiso, niente avrebbe potuto rovinare quel momento.

Dopo il matrimonio io decisi di dedicarmi alla scrittura e di raccontare la mia esperienza ai miei lettori, Margherita invece divenne una dietologa sfruttando la sua vasta conoscenza nel campo alimentare, aiutando cosí moltissime persone con problemi alimentari.

Una volta raccolta la somma necessaria, ci trasferimmo in una bellissima casa in campagna: ben presto la famiglia si allargò e mia moglie mi regalò due bellissimi gemellini; per il futuro spero che questo racconto possa aiutare altre persone come me e liberarle dal loro tormento. Questa era la mia storia e il consiglio che vi do, è:  «non arrendetevi, prendete in mano la vostra vita».

Marian Zghiban