Annamaria Petriccione (Torino)
Vita e Diamante sono poco piú che bambini quando nel 1903 sbarcano negli Stati Uniti d’America. Un paese grandissimo di cui per molto tempo conosceranno soltanto una città e una pensione in Prince Street. Proprietario di quest’ultima è il padre di Vita, Agnello, che vive con la sua nuova compagna e tuttofare Lena – la moglie Dionisia è stata costretta a rimanere nel paese natio per via di una malattia agli occhi – suo figlio Nicola e altri due ragazzi: Geremia e Rocco.
Tutti sono lí per vivere il cosiddetto sogno americano, quello che sperano possa permettergli di cambiare vita e di tornare a Minturno – luogo che ha dato i natali a tutti loro – ricchi e felici.
Purtroppo, questo dolce e idilliaco sogno si scontra con la miserabile realtà che Vita e Diamante sono costretti ad affrontare. Lui cambia tantissimi lavori, fa lo strillone e anche l’impiegato all’interno di un’azienda di pompe funebri, che gli costa moltissima fatica e gli dà in cambio un’ingrata paga. Lei è costretta a imparare le faccende di casa – cucinare, cucire, rassettare – trascorrendo intere giornate con Lena, quella giovane donna che giace con suo padre e a cui Vita non riesce proprio ad affezionarsi, anzi finisce spesso per odiarla.
Però, questi due bambini che finiranno per diventare grandi in fretta, hanno un dono: l’amore che li lega e gli permetterà sempre di rialzarsi qualunque cosa accada.
Melania Mazzucco con il suo romanzo Vita, vincitore del Premio Strega nel 2003, racconta e ricostruisce la sua storia familiare nella persona di Diamante Mazzucco, quel nonno di cui aveva perso le tracce, ma che ha deciso di conoscere tramite un’incessante ricerca di documenti e testimonianze di coloro che lo hanno conosciuto.
Ho amato questo libro, mi ha emozionato tantissimo, e non posso far altro che consigliarlo a tutti.
Annamaria Petriccione insegna italiano all’Istituto Santorre di Santarosa di Torino.