Giuditta Casale (Potenza)
Uno dei titoli presentati nelle ultime settimane dell’anno scolastico appena terminato è Mio fratello rincorre i dinosauri di Giacomo Mazzariol. Una storia d’amore, appassionata e non priva di spine. Una prosa immediata con l’ingenuità e la chiarezza del dettato che hanno sempre una certa presa su lettori alle prime armi. La possibilità di aggiungere alla lettura il video A simple interview da cui tutto è partito.
Giacomo aspetta un fratellino. Lo comunicano i genitori in un parcheggio vuoto, una domenica pomeriggio, a lui di cinque anni, e alle due sorelle: Alice di due e Chiara di sette. «I nostri genitori sospirarono e si rivolsero l’un l’altro uno sguardo che non seppi tradurre; tra loro scorreva un’energia strana, un fiume di coriandoli luminosi».
Una domenica pomeriggio di qualche tempo dopo, nello stesso parcheggio, un nuovo annuncio: «Mamma e papà si guardarono come l’altra volta – ma non esattamente come l’altra volta – e tra loro si innescò quella corrente, con i coriandoli colorati eccetera, ma d’un colore diverso. Era come se stessimo riprovando la scena. Il regista aveva detto: Va bene, va bene, ma serve piú pathos, ci siamo capiti? Voglio la vita, quella vera. La rabbia e la gioia. Il passato e il futuro. Il caldo e il freddo. Ficcateci dentro tutto. E di ogni cosa il suo opposto». Il loro fratellino sarà speciale, diverso: affettuoso, sorridente, tranquillo, con i suoi tempi.
Nei primi anni per Giacomo la crescita del fratellino è una mirabolante sorpresa, alla scoperta dei suoi poteri speciali, nella convinzione che sia un supereroe. Poi la frattura, che coincide con il momento più difficile della crescita di ognuno: l’adolescenza. Giacomo rinnega, si vergogna, si nasconde. Scoprire il mondo «fighissimo» del fratello sostanzia il percorso formativo del ragazzo, tra timori e paure, musica e amicizia, e il primo indimenticabile batticuore. E si torna all’inizio, al video che Giacomo decide di girare con Giovanni e che ha fatto da apripista per il romanzo, e per il film che ne seguirà, presentando una storia semplice, capace però di scaldare il cuore. Scegliere di amare una persona, sembra indicarci Giacomo, non è semplice. La diversità ci coinvolge e contagia. Spetta a noi guardare in una direzione, che è quella del rifiuto, o in un’altra, apparentemente più difficile eppure così naturale, come a Giacomo insegna la più piccola Alice, nel difendere la particolarità del fratello down a chi non sa riconoscerne la ricchezza.
La facilità del dettato narrativo, l’immediatezza del racconto e la semplicità della narrazione potranno far scattare nei giovani lettori (è questo che mi auguro per i miei alunni) l’immedesimazione. La vicenda di Giacomo e Giovanni, all’interno dell’importanza della loro storia in quanto tale, ha un forte valore universale: solo se accettiamo la sfida di conoscere chi è diverso da noi e su questa diversità poniamo uno sguardo complice e partecipe, ci lasciamo sedurre e contagiare, accettiamo di filtrare il mondo attraverso delle lenti che distorcono la percezione considerata «normale», possiamo imparare una delle lezioni più belle che la vita ci riserva. Fermarci a guardare i fiori, smettendo di rincorrere la palla per fare goal. Ed è questo l’augurio che in questa estate ho voluto rivolgere ai miei alunni.
Giuditta Casale insegna materie letterarie presso I.P.S.S.E.O.A. Di Pasca – Potenza.