Musica e letteraturaNicola Lagioia

Secondo qualcuno tutta l’arte aspirerebbe alla condizione della musica. Secondo altri «parlare di musica è come ballare d’architettura». In realtà, gli scrittori che si sono occupati di musica, hanno spesso dato vita a opere belle e avvincenti. Da una parte perché la musica (si pensi solo a cos’è stato il jazz e il rock nel Novecento) è una fucina inesorabile di storie, visto il modo in cui mescola vicende individuali e collettive. Dall’altra perché per scrivere «bisogna avere orecchio», e non di rado scrivere sulle ali della musica significa mettere le ali al proprio stile.

Una delle novelle piú belle del secondo Novecento (anche sul piano stilistico) è ad esempio Il persecutore di Julio Cortázar. In meno di cento pagine, il grande scrittore argentino racconta gli ultimi mesi di Charlie Parker (denominato nella novella Johnny Parker) raccontandone il genio, la grandezza, ma anche la solitudine (sua, e di tutti gli afroamericani di cui sembra farsi carico) e la parabola autodistruttiva. Soprattutto, in questo racconto, Cortázar riesce a entrare nel mistero creativo di Parker (di cos’era fatto davvero il suo jazz) meglio di quanto siano riusciti a fare tanti critici musicali. Un racconto struggente, intenso, frutto di un vero genio della letteratura.

Se Charlie Parker è stato una leggenda del jazz, i Pink Floyd sono stati la punta di diamante del rock psichedelico. A Saurceful of Secrets, il loro secondo album, era quanto di piú audace, strano, vertiginoso e coraggioso la sperimentazione musicale potesse partorire nel periodo in cui uscí. Ciò nonostante, l’impatto del gruppo all’epoca non fu quello che avrebbe avuto anni dopo, quando i Pink Floyd sarebbero diventati un fenomeno mondiale. Dietro tutto questo (dietro persino gli eccellenti musicisti che furono Roger Waters e David Gilmour) c’era un ragazzo ombroso, schivo, folle chiamato Syd Barret, che lasciò il gruppo quando lo stress da eccessivo successo iniziò a farsi sentire troppo, e che rimase sempre (quasi fosse un esercizio di negromanzia) l’ispiratore occulto di tutte le gesta successive della band. Questo, almeno, secondo uno degli scrittori italiani piú talentuosi presenti sulla piazza, Michele Mari, che ai Pink Floyd, e a Barret in particolare, ha dedicato uno dei piú bei romanzi usciti negli ultimi dieci anni, Rosso Floyd.

Un possibile Syd Barret degli anni Novanta fu Kurt Cobain, il leader dei Nirvana, colui che contribuí a inventare il grunge rock e che il successo mondiale non rese mai felice, tanto da non evitarne il suicidio nel 1994. Una delle piú belle storie su Cobain e sui Novanta («gli anni del disagio rigoroso») che siano state mai scritte è Un amore dell’altro mondo di Tommaso Pincio. Pincio imposta narrativamente la vicenda su un paradosso: a raccontare la storia di Cobain è il suo amico immaginario, una voce che, a rigor di logica, non potrebbe esistere. Eppure è proprio in virtú di questo paradosso che il romanzo di Pincio raggiunge vertici di intensità emotiva di cui altrimenti non sarebbe capace.

Se ogni epoca musicale ha un suo eroe, l’eroina ne ha scandite diverse. Devozione è il romanzo di Antonella Lattanzi che, ambientato nel XXI secolo, racconta vite di eroinomani a Roma. E quindi vicende di amori spezzati, di amicizie che finiscono tragicamente, di vite ai margini. Non lo fa mai, tuttavia, cedendo alla fascinazione estetica di questo fenomeno o all’autocompiacimento. Il romanzo di Antonella Lattanzi è un canto dolente, intenso, profondo, complesso, commovente alzato a una vera generazione abbandonata, che senza il riscatto della letteratura rischierebbe di non avere voce: quella delle tante giovani e dei tanti giovani dell’Italia di oggi.

Panorami diversi, epoche diverse, linguaggi diversi: Cortázar, Mari, Pincio e Lattanzi sono accomunati in questi romanzi dalla musica e dal talento, grazie all’unione dei quali possiamo leggere quattro storie che continueremo a portarci dentro come i brani musicali che piú hanno scandito la nostra vita.

Nicola Lagioia è autore di La ferocia, vincitore del Premio Strega 2015.