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Burnett

Frances Hodgson BurnettIl giardino segreto

Mary Lennox ha nove anni e vive circondata da servitori che assecondano i suoi capricci: è una bambina viziata, insoddisfatta e perennemente arrabbiata. Quando un’epidemia di colera stermina la sua famiglia, è costretta a lasciare la sua amata India per trasferirsi in Inghilterra dallo zio, il nobile lord Archibald Craven, signore di un tetro castello su cui sembra gravare una maledizione.

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Insegnante

Frances Hodgson BurnettIl giardino segreto

Angela Pesce (Bologna)

«Da bambina non ero una gran lettrice» inizia così l’introduzione di Alice Sebold del Giardino segreto di Frances Hodgson Burnett.

Sei ragazzi di seconda media scelti per partecipare a un gruppo pomeridiano di recupero. Ecco, di certo neppure in questo caso si tratta di gran lettori. Ci sono ragazzi che escono dalla scuola media senza avere mai letto un libro, un libro intero, un libro da soli, un libro in camera la sera, un libro in spiaggia, un libro per piacere o per dovere. Non leggono e basta. Perché leggere è difficile, perché si trovano in situazione di difficoltà dal punto di vista linguistico o dal punto di vista sociale. I primi, di recente immigrazione, incontrano l’ostacolo della lingua italiana ancora in parte segreta; i secondi non hanno trovato spazio per i libri all’interno di vite faticose, di vite senza adulti di riferimento, di vite senza case. Alcuni tentano la lettura e l’abbandonano, altri la rifiutano a priori. Entrambi provano rabbia verso i libri, la collera di chi non può scegliere se leggere o no, di chi semplicemente non può.

La collera di Mary Lennox, la protagonista del Giardino segreto.

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Marcello FoisManuale di lettura creativa

A leggere si impara da bambini. Quando si capisce che le parole nascondono un significato e si possono quasi toccare, si fa un passo avanti diventando «lettori creativi». Non si tratta solo di comprendere, ma di provare a sentire cosa c’è dietro i segni, l’emozione ogni volta diversa. Marcello Fois ci porta con sé alla scoperta di testi e autori che ha amato: dai classici dell’Ottocento a J. D. Salinger e Leonardo Sciascia, passando per Grazia Deledda e Sergio Atzeni. Li guarda però tutti con occhi intimi e confidenziali, senza la pretesa di insegnare nulla dall’alto ma con la voglia di trasmettere tutto il suo amore per i libri e per i tanti mondi a cui danno vita.

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Elvira SeminaraAtlante degli abiti smessi

Eleonora è una donna impetuosa ed eccentrica. Alla scomparsa dell’ex marito, il suo rapporto con la figlia Corinne si strappa definitivamente, «come un lenzuolo che ha subito troppi lavaggi, vestito troppi letti». In cerca di solitudine e chiarezza, decide allora di trasferirsi a Parigi, scappando dalla casa di Firenze come fosse una nave che affonda, con tutte le sue cose e i suoi malintesi. Ma oltre al passato, in quella casa sono rimasti armadi pieni di vestiti, ognuno dei quali porta con sé una storia: ci sono quelli «elfi, che non trovi in nessun posto quando li cerchi, ma poi rispuntano beffardi come niente fosse», quelli «impostori, che sono costati parecchio ma non hanno portato la fortuna promessa», quelli «sopravvissuti, che reggono i peggiori addii», quelli che «hai paura a rimettere perché quel giorno sei stata cosí felice» e quelli come «uccelli di Hitchcock: spalanca l’armadio e falli volare via, come si fa con le gelosie e le ossessioni indecorose».

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Classe

Giorgio SciannaQualcosa c’inventeremo

Liceo scientifico G. Marconi (Pesaro)
Classe: I G
Docente: Francesca Gasperini

Qualcosa c’inventeremo narra le vicende di due fratelli orfani, Mirko e Tommaso. I due ragazzi dovranno sopravvivere alle insidie della metropoli milanese incontrando ostacoli che cercheranno di superare con le proprie forze, rifiutando l’aiuto degli adulti che li circondano. Mirko, mentre svolgerà le normali attività da adolescente come giocare a basket, uscire e viaggiare con gli amici, si imbatterà nell’illegalità, e in piú dovrà occuparsi del fratellino Tommaso. Tutte le sue scelte saranno sempre messe in discussione dagli adulti, in particolare dallo zio Eugenio, che secondo Mirko rappresenta «il tutore severo».

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Giorgio SciannaQualcosa c’inventeremo

Cosa c’è di meglio per due ragazzini di undici e diciassette anni del vivere senza adulti tra i piedi? In questo caso, però, il desiderio non c’entra: Mirko e Tommaso sono da poco rimasti orfani di entrambi i genitori, deceduti a seguito di un tragico incidente d’auto. Il tribunale dei minori li affida allo zio Eugenio, il quale vorrebbe che i ragazzi lasciassero la loro casa di Milano per trasferirsi da lui, a Pavia. Ma niente da fare, di lasciare la casa, gli amici e la scuola i ragazzi non ne vogliono proprio sapere.

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Andrea BajaniUn bene al mondo

Un bene al mondo è un romanzo unico e al tempo stesso una storia universale. Dice una cosa semplice, e lo fa con la forza della letteratura: se non nascondi quello che fa male, la vita ti sorprenderà. Un bene al mondo racconta infatti di un paese sotto una montagna, a pochi chilometri da un confine misterioso. Un paese come gli altri: ha poche strade, un passaggio a livello che lo divide, e una ferrovia per pensare di partire. Nel paese c’è una casa. Dentro c’è un bambino che ha un dolore per amico. Lo accompagna a scuola, corre nei boschi insieme a lui, lo scorta fin dove l’infanzia resta indietro.

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Percorsi

I poeti come teppisti del linguaggioAndrea Bajani

Ho sempre pensato alla poesia come a una ginnastica riabilitativa per le parole. Sono sempre stato convinto, cioè, che grazie alla poesia il linguaggio godesse di un migliore stato di salute: che le sue articolazioni acquisissero scioltezza, i suoi polmoni capienza polmonare, che la sua muscolatura andasse a contrastare un’atrofia inesorabilmente progressiva. Ogni poesia che ho letto nella mia vita l’ho visualizzata in questo modo: parole in esercizio sopra un prato, flessioni delle frasi, salti in avanti a cavallo dei due punti, rallentamenti e accelerazioni intorno alle virgole, la pausa del punto e virgola, il premio del riposo accanto a un punto fermo, e poi di nuovo ripartire. Per questo ogni sera della mia vita, prima di dormire, ho letto almeno una poesia, e dopo averla letta mi sono addormentato.

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Giacomo MazzariolMio fratello rincorre i dinosauri

Un romanzo di formazione in cui non c’è stato bisogno di inventare nulla. Un libro che stupisce, commuove, diverte e fa riflettere.

Giacomo ha cinque anni e il desiderio di avere un fratello; perché, si sa, con due sorelle non puoi fare giochi da maschio. Ed ecco che una sera i suoi genitori gli annunciano che lo avrà, questo fratello. Giacomo è alle stelle, sta per iniziare un «nuovo ordine mondiale», per cui lui e il papà non saranno piú in minoranza. Eppure col passare del tempo le cose non sembrano essere come Giacomo le aveva immaginate: Giovanni, quel bambino che la mamma ha definito «speciale», non è un supereroe e non ha i superpoteri.

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Insegnante

Giacomo MazzariolMio fratello rincorre i dinosauri

Giuditta Casale (Potenza)

Uno dei titoli presentati nelle ultime settimane dell’anno scolastico appena terminato è Mio fratello rincorre i dinosauri di Giacomo Mazzariol. Una storia d’amore, appassionata e non priva di spine. Una prosa immediata con l’ingenuità e la chiarezza del dettato che hanno sempre una certa presa su lettori alle prime armi. La possibilità di aggiungere alla lettura il video A simple interview da cui tutto è partito.

Giacomo aspetta un fratellino. Lo comunicano i genitori in un parcheggio vuoto, una domenica pomeriggio, a lui di cinque anni, e alle due sorelle: Alice di due e Chiara di sette. «I nostri genitori sospirarono e si rivolsero l’un l’altro uno sguardo che non seppi tradurre; tra loro scorreva un’energia strana, un fiume di coriandoli luminosi».

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