Maura Giannattasio, Torino
Marcello Fois in questo suo libro di nemmeno cento pagine, si sente in dovere di rivalutare lo straordinario romanzo di Edmondo De Amicis che ha accompagnato tante generazioni di italiani e che è stato ritenuto, erroneamente, un libro per l’infanzia.
Cuore è, al contrario, un libro fondante, che va riscoperto. È nato con un profondo intento etico, in un periodo storico in cui si stava costruendo non solo la nazione, ma la nostra nazionalità. Per questo De Amicis ha creato un vero «spazio nazionale» rappresentato dall’intera classe.
Quando il maestro Perboni si presenta alla classe, annota Fois, dice: «Siete la mia famiglia». Non vi è nulla di melenso in questa affermazione, perché ciò che bisogna cogliere è la momentanea sostituzione delle figure genitoriali, rivendicando, cosí, quel ruolo di autorevolezza che purtroppo oggi si sta perdendo. Fois sostiene che si stanno perdendo i concetti di Patria, Scuola, Famiglia che determinano il senso di appartenenza.
Quando, dopo alcuni giorni dall’inizio dell’anno scolastico, arriva in classe il bambino calabrese, il maestro dice agli allievi che per far entrare quel bambino ci sono voluti 30 anni e 50.000 morti. Oggi si parla tanto di integrazione e accoglienza, ma siamo proprio sicuri di conoscere il valore etimologico di questi termini cosí abusati? La tolleranza si impara attraverso l’apertura verso gli altri, anche se all’ inizio il «diverso» può farci paura.
Dicendo che il contenuto di Cuore è nato dal dialogo fra il padre dell’allievo Bottini con suo figlio, Fois fa un’importante considerazione: la scuola può esistere solo con la famiglia e, forse, oggi piú che mai.
Maura Giannattasio insegna Lettere all’Istituto Edoardo Agnelli di Torino.