Andrea FerrarisUna zanzara nell’orecchio

14+

Una storia felice di adozione, integrazione e paternità. Un graphic novel dolce e pieno di vita che parla la lingua universale dell’amore.

La parola «adozione» non si può dire che arrivi improvvisa nella vita di Andrea. Tuttavia riesce, senza che ci sia stato il tempo di digerirla, a scombussolare il quieto tran tran che regola la sua vita di disegnatore di fumetti e frequentatore della movida cittadina. Soprattutto, lo mette davanti allo scoglio piú grande, quello di immaginarsi padre. Ad aiutarlo, in questo caso, c’è Daniela, con la quale si crea un’intimità diversa, una sintonia nuova. I due si sposano e insieme si lanciano in un viaggio burocratico per adottare un bambino.

Tra riunioni snervanti, colloqui con psicologi e assistenti sociali, rimangono sospesi in un limbo senza scadenza, fino al giorno in cui conoscono l’abbinamento con il Paese d’adozione, l’India, e il nome della bimba di cui saranno genitori: Sarvari. Un nome evocativo e pieno d’incanto, che vuol dire «Notte» o «Raga musicale». L’atterraggio a Mumbai è l’inizio di una nuova vita, anche se l’incontro con Sarvari si rivela piú difficile del previsto. Eppure Andrea e Daniela imparano a stabilire un contatto che sembra impossibile, a spazzare via quei mille dubbi che ronzano fastidiosamente nelle orecchie: è stata la scelta giusta? E cosí dopo un forte temporale, attraverso gli occhi di quella bimba venuta da un Paese lontano ricco di colori, capiscono che ce l’hanno fatta. Sono diventati una famiglia.

 

«Dal momento in cui l’abbiamo incontrata a Mumbai a quando ho cominciato a scrivere le prime pagine sono passati quasi 13 anni. Abbiamo aspettato che Sarvari fosse in grado di interagire con noi per raccontare questa storia. È stata il primo editor del libro, le leggevo i capitoli e ne discutevamo insieme e quando un disegno non la convinceva interveniva senza farsi scrupoli», racconta Andrea Ferraris nell’intervista di Virginia Tonfoni per «Alias – il manifesto».

«Una vicenda personale che tocca temi universali. Perché parla di crescita, dall’età spensierata degli aperitivi con gli amici, alla genitorialità. D’amore e di accettazione tra diversi» (Lucia Compagnino, «Il Secolo XIX»).

«Un graphic novel che prova a illustrare difficoltà e gioie di chi sceglie l’adozione o l’affido» (Marina Maffei, «La Stampa»).

«Un libro che emoziona in modo profondo» (Francesco Boille, «Internazionale»).

Su «la Lettura – Corriere della Sera» è stato pubblicato uno spin-off del libro: