Le vicende di una famiglia iraniana prima e dopo la Rivoluzione, attraverso gli occhi allegri di un bambino.
Nella Teheran di Reza Pahlavi, tra posti di blocco, polizia segreta e roghi di libri proibiti, Alí cerca prima di tutto di capire i fatti fondamentali della vita. Come nascono i bambini? In quale istante esattamente inizia la primavera? E perché Mina è muta? E perché i cugini non si possono sposare tra loro? Per ognuna di queste domande che spesso si perdono nell’allegro caos famigliare, Alí elabora risposte tanto strampalate quanto geniali.
Ma poi il fratello maggiore Puyan viene arrestato e da quel momento in casa di Alí comincia a regnare il silenzio. La storia e la politica entrano nel suo piccolo universo spezzando l’incanto innocente dei primi anni: Teheran che scivola rapidamente verso la Rivoluzione khomeinista e, dopo il grande sogno, da una dittatura all’altra.
Hamid Ziarati racconta una storia antica e attuale, locale e universale: il germogliare di un’identità, il radicarsi negli affetti e nei luoghi, lo sradicamento e l’esilio.
Leggi un estratto.
«Hamid è riuscito a trasformare la storia tanto complessa dell’Iran nel racconto di Alí, un bambino che si affaccia alla vita adulta mentre il mondo intorno a lui si sgretola» (Carlo Petrini, «la Repubblica»).
Il romanzo è stato recensito sul blog qualcunoconcuicorrere.org: «Salam, maman racconta vicende complicate e implacabili con garbo e leggerezza, senza retorica perché le osserva con gli occhi di un bambino, poi ragazzo, che si forma umanamente e culturalmente pagina dopo pagina».
Hamid Ziarati legge, per Rai Scuola, un brano tratto dal romanzo:
Hamid Ziarati su Rai Letteratura: «Volevo far capire che malgrado si parli un’altra lingua, si festeggi il Capodanno in un altro giorno, si pratichi un’altra fede, si ride, si piange e si soffre esattamente per le stesse cose».