Perché ancora oggi le mestruazioni sono un argomento di cui ci si vergogna, che discrimina le donne? Perché per definirle usiamo perifrasi come «Ho le mie cose», «Sono indisposta», «Ho il ciclo»? Perché ci imbarazza cosí tanto il modo in cui funzionano i nostri corpi? E se fossero gli uomini ad averle?
Un saggio brillante, ironico, provocatorio che affronta un tabú millenario. E che dovrebbe essere letto in classe, per permettere ai ragazzi di accedere a una nuova consapevolezza di sé e dell’altro.
Per quasi quarant’anni, ossia per circa 2400 giorni, le mestruazioni accompagnano la vita di ogni donna. Eppure rimangono un argomento circondato da silenzio e vergogna. Mescolando antropologia, storia, ecologia, medicina ed esperienza personale, Élise Thiébaut lo affronta in modo accattivante, riuscendo con la sua prosa vivace a dimostrare quanto sia complesso il principale protagonista della vita femminile. E quanto le superstizioni, le leggende, i non detti, abbiano influito per secoli sulla discriminazione delle donne.
«Piú un tema è serio, piú c’è bisogno di humour. Scrivere di mestruazioni è complicato: per molti sono un argomento sgradevole, che poteva essere poco invitante. Portare lo sguardo su di esse, invece, è importante: si tratta di un atto emancipatore».
Leggi un estratto.
«Una lettura imperdibile» (Francesco Piccolo, «la Repubblica»).
«Un saggio provocatorio» (Manuela Mimosa Ravasio, «Gioia»).
«Un linguaggio leggero, spassoso a volte, dietro cui si cela un potenziale divulgativo altissimo» (Veronica Tosetti, «il Libraio»).
«Un libro che tenta di alimentare il dibattito e sgombrare il campo dagli imbarazzi, informando, spiegando e rivendicando con orgoglio» (Elisa Giudici, Fox Life).
«Una lettura interessante per molte persone, in particolare per chi ha una figlia o un figlio che ha meno di 10 anni, per le donne che credono nel ciclo culturale e per gli uomini che non hanno ancora capito perché è odioso sentirsi dire cose come «lo dici perché hai le tue cose?» (Ludovica Lugli, «il Post»).
Pippo Civati nel suo blog ha scritto: «Secoli di pregiudizi e di discriminazioni che giungono fino a oggi, tra imbarazzi, falsi pudori, risolini e altre amenità, che Thiébaut racconta con tono duro e insieme spassoso».
Su Radio3 Scienza si parla di Questo è il mio sangue.