Archivio Mensile: aprile 2017

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Anilda IbrahimiL’amore e gli stracci del tempo

«È stata la guerra, la guerra ha dato un altro significato alle promesse».

Milos e Besor sono legati da un’amicizia profonda. Docente di medicina l’uno, brillante studente l’altro, condividono la passione per la scienza e per le poesie di Charles Simic. I loro figli, Zlatan e Ajkuna crescono insieme nella stessa casa, a Pristina, nonostante lui sia serbo e lei kosovara di etnia albanese. Ma il Kosovo, in cui per secoli questi popoli hanno convissuto, alla fine degli anni Novanta sanguina. Ed è l’ennesima ferita al cuore dell’Europa balcanica.

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Insegnante

Benni, Crichton, Dahl, Ende, Lodoli e altriCompagni di scuola

Elena Tamborrino (Maglie)

La scuola è un banco di prova non solo per sperimentare saperi e metodi di insegnamento e di studio, ma anche – e forse soprattutto – per testare le relazioni umane.

Lo dimostrano i diciannove racconti di questo volume curato da Fabiano Massimi, che ha raccolto intorno a tre aspetti dello stare a scuola, diversi autori di diverse epoche e ambienti: le sezioni in cui è strutturato sono infatti tre e trattano rispettivamente storie di nemici, di amici e di altre scuole.

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Giuseppe CulicchiaIl paese delle meraviglie

Attila e Zazzi sono amici per la pelle. A prima vista non si direbbe, perché sono diversi in tutto, il carattere, le famiglie d’origine, lo sguardo sul mondo. Attila è un Charlie Brown che sogna a occhi aperti, timido, riflessivo e incapace di buttarsi; la sua è una famiglia disgregata: un padre spento e rassegnato che costruisce gabbie per canarini chiuso in garage, una madre che vive nel rimpianto di una vita agiata, una sorella, amata, che sfugge l’ipocrisia famigliare andandosene a Milano. Francesco Zazzi detto Franz invece è un tipo «fulminato», privo di freni inibitori, dichiaratamente fascista, sempre sopra le righe ma anche profondamente libero. A unirli, quella che sembra essere l’unica via di fuga: un’amicizia vera e indissolubile.

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Passaparola

J. D. SalingerIl giovane Holden

Nadia Terranova, scrittrice

Quando stamattina sono andata a fare il mio dovere di Piccola Maestra al liceo Mamiani per parlare del Giovane Holden a due classi che lo avevano già letto, per prima cosa ho chiesto a quanti di loro fosse piaciuto, fosse piaciuto veramente. Mani alzate: due. Forse tre, la terza era incerta. E allora abbiamo parlato per due ore. Ho letto la recensione di Manganelli e abbiamo deciso che «aurorale» era l’aggettivo perfetto per Caulfield, anche se non avevano (ancora) letto Nietzsche.

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Franz KafkaLa metamorfosi

«Era steso sul dorso, duro come una corazza… “Cosa mi è successo?” pensò. Non era un sogno…»

Gregor Samsa, commesso viaggiatore preciso e metodico, si sveglia dopo una lunga notte di sogni inquieti e si accorge di aver assunto le sembianze di un enorme scarafaggio. Quello che segue è traumatico, il racconto che Gregor ne fa, ripugnante. Visto l’inusuale ritardo, i genitori e la sorella Grete iniziano a bussare preoccupati alla porta della sua stanza, mentre lui cerca faticosamente di scendere dal letto, di muoversi e di rassicurarli che va tutto bene. Riesce ad arrivare alla porta proprio quando anche il suo datore di lavoro entra indispettito nell’appartamento e, afferrata la maniglia con la bocca, la apre. Il terrore li invade: il capo fugge a gambe levate, la madre sviene, il padre inizia a colpirlo con un bastone.

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Classe

Chiara ValerioStoria umana della matematica

Liceo scientifico E. Fermi, Bari
Classe: III L
Docente: Agnese Gianeselli

Chiara Valerio, una donna esuberante, una personalità carismatica: impossibile annoiarsi. Flusso di concetti, parole che si rincorrono e che si incastrano le une con le altre, treno ad alta velocità che si ferma quando necessario, fa scendere i passeggeri, ne fa salire altri, persino gli stessi appena scesi, affascinati dal desiderio di continuare il viaggio. Fiume che scorre e ti trasporta con l’energia della sua corrente: se ti distrai è perché ti senti coinvolto, ci stai dentro tanto che non puoi trattenerti dal dirlo al vicino di sedia.

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