Piero dei Gevori ha quindici anni e vive ai margini del bosco del Montello, l’antica riserva di legna della Serenissima. In famiglia sono tanti, hanno una casa che sta in piedi per miracolo, mangiano poco e non possiedono nulla. Come se non bastasse, la cattiva sorte si accanisce su di loro. Da qualche tempo, giú al paese, si dice che alla Merica regalino la terra a chi ha voglia di lavorare. Dopo l’ennesima ingiustizia, per i Gevori mettersi in viaggio in cerca di fortuna è l’unica salvezza.
Eppure, quando arrivano in Brasile insieme alla marea di italiani in fuga dalla miseria, non trovano il paradiso promesso. Lí in mezzo al nulla bisogna farsi spazio, abbattere gli alberi per costruire tutto da zero: dovranno strappare la terra al mato, tra le minacce sconosciute della foresta vergine, lontani da tutto e da tutti, senza alcuna possibilità di tornare alla vita che si sono lasciati alle spalle.
Paolo Malaguti dà vita a una pagina dimenticata della migrazione italiana. Con la felicità narrativa che ben conosciamo, ci proietta in un mondo lontano e avventuroso, fatto di fatica e piante esotiche, febbre dell’oro e tradizioni da custodire a un oceano di distanza.
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Piero fa la Merica ha vinto la 56a edizione del Premio Acqui Storia e il Premio Manzoni per il romanzo storico.
«Il libro di Paolo Malaguti racconta un’odissea ben documentata ma meno nota di quella nostrana verso gli Stati Uniti e l’Argentina, con le quali tuttavia ha tanti punti in comune: lo spaesamento, la separazione dagli affetti piú cari, la lotta per la sopravvivenza, l’indurimento dei sentimenti, i rari e deludenti ritorni alle tante Itache diventate cosí diverse dai ricordi» (Margherita Oggero su «Tuttolibri»).
«Un romanzo verità, in cui ogni singolo passaggio ricalca fedelmente la vita reale dei tanti, tantissimi Piero partiti da casa per sottrarsi alla morsa della miseria: esattamente come gli stuoli di profughi di oggi» (Francesco Jori, «Il Mattino»).
«Una storia intensa e commovente» (Francesca Visentin, «Corriere del Veneto»).
«Malaguti racconta una pagina intensa della migrazione italiana in Brasile tra la rigogliosa foresta tropicale, speranze, lacrime e sogni infranti» (Sara Zanferrari, «Il Gazzettino»).
Su «La Gazzetta di Parma» l’intervista all’autore.