Tasmania è un romanzo sul futuro. Il futuro che temiamo e desideriamo, quello che non avremo, che possiamo cambiare, che stiamo costruendo.
Ci sono momenti in cui tutto cambia. Succede una cosa, scatta un clic, e il fiume in cui siamo immersi da sempre prende a scorrere in un’altra direzione. La chiamiamo crisi. Il protagonista di questo romanzo è un giovane uomo attento e vibratile, pensava che la scienza gli avrebbe fornito tutte le risposte ma si ritrova davanti un muro di domande. Con lui ci sono Lorenza che sa aspettare, Novelli che studia la forma delle nuvole, Karol che ha trovato Dio dove non lo stava cercando, Curzia che smania, Giulio che non sa come parlare a suo figlio.
La crisi di cui racconta questo romanzo non è solo quella di una coppia, forse è quella di una generazione, sicuramente la crisi del mondo che conosciamo – e del nostro pianeta. La magia di Tasmania, la forza con cui ci chiama a ogni pagina, è la rifrazione naturale fra ciò che accade fuori e dentro di noi. Cosí persino il fantasma della bomba atomica, che il protagonista studia e ricostruisce, diventa un esorcismo: l’apocalisse è in questo nostro dibattersi, e nei movimenti incontrollabili del cuore.
Raccogliendo il testimone dei grandi scrittori scienziati del Novecento italiano, Paolo Giordano si spinge nei territori piú interessanti del romanzo europeo di questi anni, per approdare con felicità e leggerezza in un luogo tutto suo, dove poter giocare con i nascondimenti e la rivelazione di sé, scendere a patti con i propri demoni e attraversare la paura.
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Tasmania si è aggiudicato il primo posto nella classifica di qualità 2022 de «La Lettura – Corriere della Sera».
«Un romanzo che contiene in sé altre forme, il giornalismo, il reportage, il saggio, l’autofiction, la riflessione su un’epoca. Senza che il lettore ne esca mai frastornato, ma anzi con l’effetto di tenerlo incollato, bisognoso di continuare perché felice di sentirsi vicino e compreso: felice di essere portato con leggerezza nella profondità dei suoi abissi» (Annalena Benini, «Il Foglio»).
«Un romanzo lucidissimo e struggente» (Veronica Raimo, «7 – Corriere della Sera»).
«Tasmania parla di noi, delle nostre crisi intrecciate alla crisi piú devastante, quella del clima, mentre a nessuno che possa davvero fare la differenza pare ne importi veramente qualcosa. Che bello quando uno scrittore scrive un romanzo immerso nel suo tempo: presente, passato e forse anche futuro» (Daria Bignardi, «Vanity Fair»).
«Tasmania è un libro bello e importante, forse il romanzo definitivo su quel che ci sta succedendo e non riusciamo a spiegarci» (Nicola H. Cosentino, «Corriere della Sera»).
«Mi succede con pochi romanzi. Inizio a leggerli e mi ci accomodo dentro come se parlassero la mia stessa lingua. Ma non si tratta soltanto di parole, è roba piú profonda, che ha a che fare con l’anima che, come col tocco di un diapason, comincia vibrare nella stessa frequenza. Dico che è un libro bellissimo», ha scritto Luciana Littizzetto su Instagram.
«Tasmania è un libro feroce e insieme struggente» (Elena Stancanelli, «tuttolibri – La Stampa»).
«Paolo Giordano ha smesso di fare il fisico e si è dedicato ai romanzi, senza smettere però di essere uno scienziato. Ha scelto un approccio non lineare a questioni che la matematica non riusciva a dirimere, le parole come strumento piú potente dei numeri, ma che vanno maneggiate con altrettanto rigore e precisione affinché producano segnale e non rumore» (Stefano Feltri, «Domani»).
«Giordano firma il suo quinto romanzo, il piú bello, perché nichilista e contemporaneo, attestandosi come il narratore piú sfaccettato sulla scena italiana, capace di parlare di nuvole e orgasmi, terrorismo e divorzio, gender gap e Lanzarote» (Francesco Musolino, «Il Messaggero»).
«Le opere di Giordano si distinguono per un nitore sintattico che non “sporca” mai la pagina e per uno scandaglio psicologico sempre spudorato e meticoloso» (Crocifisso Dentello, «il Fatto Quotidiano»).
«C’è un nodo che vorrei subito raccontare e cioè la capacità del protagonista, di chi parla in questo romanzo, di raccontarci e analizzare con occhi molto acuti i grandi temi del presente» (Giorgio Zanchini, «Quante storie – Rai 3»).
L’intervista di Filippo Maria Battaglia per Sky Tg 24.
Paolo Giordano è stato ospite, fra gli altri, a Che tempo che fa: