«C’è qualcosa di piú forte del dolore, ed è l’abitudine». Lo sa bene l’undicenne Nicola, che passa ogni notte in cantina legato a un catafalco, e sogna di scappare da una madre vessatoria, la moglie del piú grande produttore di bergamotto della Calabria. Dall’altra parte del mare, Barbara, arrivata in treno a Messina per assistere all’Aida, progetta, con tutta la ribellione dei suoi vent’anni, una fuga dal padre, che vuole farle sposare un uomo di cui non è innamorata. I loro desideri di libertà saranno esauditi, ma a un prezzo altissimo.
La terra trema, e il mondo di Barbara e quello di Nicola si sbriciolano, letteralmente. Adesso che hanno perso tutto, entrambi rimpiangono la loro vecchia prigione. Adesso che sono soli, non possono che aggirarsi indifesi tra le rovine, in mezzo agli altri superstiti, finché il destino non li fa incontrare: per pochi istanti, ma cosí violenti che resteranno indelebili. In un modo primordiale, precosciente, i due saranno uniti per sempre.
Nadia Terranova attinge alla storia dello Stretto, il luogo mitico della sua scrittura, per raccontarci di una ragazza e di un bambino cui una tragedia collettiva toglie tutto, eppure dona un’inattesa possibilità. Quella di erigere, sopra le macerie, un’esistenza magari sghemba, ma piú somigliante all’idea di amore che hanno sempre immaginato.
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«Un libro magnifico: lo è nella sua aderenza alla storia che si amalgama con il bisogno di raccontare il privato; lo è nella sua capacità di farci vedere, toccare, vivere le cose; lo è nel suo stile preciso, personalissimo, musicale» (Stefania Auci su «la Repubblica»).
«L’atmosfera psicologica e l’immaginario che Nadia Terranova vuole evocare non è solo intriso di magia e fatalità, ma anche di romanticismo, di melodramma, di romanzi letti di nascosto come antidoti ai veleni della vita» (Emanuele Trevi sul «Corriere della Sera»).
«Nadia Terranova ha avuto in questo libro il coraggio di allontanarsi dalla scrittura delle sue opere precedenti per arrivare a una mimesi perfetta della lingua di una giovane del primo ‘900. È una lingua che suona allo stesso tempo antica e moderna, spiazza il lettore nell’incipit, ma poi subito lo prende dentro portandolo in stretto contatto con i personaggi e i loro posti di sciagure e bellezza» (Donatella Di Pietrantonio su «tuttolibri»).
«Nel nuovo romanzo di Nadia Terranova c’è tutta la forza di chi lotta per il futuro» (Valeria Parrella su «Grazia»).
«Una favola medianica, sciamanica, ferocemente poetica» (Renzo Paris, «il venerdí – la Repubblica»).
«Prendendo spunto dalla piú grande catastrofe sismica d’Europa, l’autrice riesce a firmare, in definitiva, un potente inno alla vita» (Francesco Musolino, «Il Messaggero»).
«Un romanzo con una scrittura ipnotica, magica, che prende forma da un mazzo di tarocchi sparpagliato, tra un destino al quale sottrarsi e la veggenza degli arcani maggiori» (Eleonora Lombardo, «la Repubblica»).
«Trema la notte indaga il senso di una rinascita dalle macerie, le rende fertili come dei fiori bianchi e miracolosi apparsi in sogno, considera che la perdita può avere al proprio interno una permanenza capace di farsi futuro» (Alessandra Pigliaru, «il manifesto»).
«Un romanzo dolce e feroce, bellissimo, fatto di sguardi che affiorano sulle pagine mostrando percorsi labirintici. Si parla di famiglie, di libertà, di violenza, di sofferenza, di sopraffazione e riscatto. Di donne, che sanno sempre salvarsi da sole» (Romana Petri, «Io donna»).
«Un romanzo da leggere tutto di un fiato e non solo da chi a Messina ha radici, ma anche dagli altri, da coloro che possono cogliere, mediante il racconto delle umanità colpite, l’universale contrasto tra la natura incattivita e l’uomo, e tra l’uomo e l’uomo, il Caino che emerge nelle difficoltà» (Domenico Cacopardo, «Gazzetta di Parma»).
«Un romanzo denso di vita, morte, rovine, nuove possibilità, in cui brillano le donne, indomite, coraggiose, oltraggiate, ma arrese mai» (Marta Cervino, «Marie Claire»).
Su «Domani» l’intervista di Mattia Insolia.
Nadia Terranova racconta il suo nuovo romanzo su Rai Letteratura
Trema la notte è consigliato dall’insegnante Silvia Vitucci.