Melania G. MazzuccoLa lunga attesa dell’angelo

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Un padre e la figlia amatissima, il maestro e l’allieva che si è annullata in lui: una figura femminile difficile da dimenticare.

Uomo ribelle e ambizioso, pittore inquieto e geniale, Jacomo Robusti detto il Tintoretto ha vissuto solo per dipingere e per la sua arte ha sacrificato tutto (reputazione, guadagni, piaceri), allontanando uno a uno – con la sola eccezione del remissivo Dominico – tutti i figli: le femmine in monastero, via da casa i maschi insofferenti alla sua tirannia. Finendo per perdere anche la prediletta figlia naturale, Marietta, educata contro le convenzioni della società per fare di lei la sua creazione piú riuscita: una musicista, una pittrice, una donna libera.

Trascinandoci nella Venezia di fine Cinquecento, fastosa e cosmopolita, minacciata dai turchi e devastata dalla peste, Melania G. Mazzucco ci restituisce il quadro di un mondo al culmine del suo splendore eppure presago del declino, e regala ai lettori l’appassionante racconto di un amore totale, assoluto.

Leggi un estratto.

Tintoretto mi ha folgorata quando – nella primavera del 1990 – durante un soggiorno a Venezia motivato dalla mia personale ricerca del padre (Roberto Mazzucco, scomparso nel novembre del 1989, aveva vissuto a Venezia durante la mia infanzia, quando collaborava alla Biennale di Teatro) sono entrata alla Madonna dell’Orto, sul campo omonimo nel sestiere di Cannaregio. In quella chiesa medievale appartata sul limitare della laguna nord – insieme austera, con la facciata in semplici mattoni, e ricca, adorna di fregi, statue e opere d’arte – cercavo una Madonna col Bambino di Bellini, allora nella prima cappella a sinistra (rubata nel 1993, è oggi dispersa). Bellini è pittore immediato e popolare, tanto che lo conoscevo anche io, studentessa di letteratura contemporanea fuori corso per via della mia deviazione nel cinema, sospettosa verso gli antichi maestri e convinta di volermi occupare solo di avanguardie. Trovai invece Tintoretto. È stato un incontro inatteso, ma definitivo, come tutti gli amori duraturi.

«Un prodigio di emozione, costruzione ed erudizione. Una lezione magistrale di umanità e letteratura» («El País»).

«Questa confessione emozionante ci immerge nella Venezia del Rinascimento con un realismo stupefacente» («Le Nouvel Observateur»).

«Un romanzo che squarcia parti di storia poco conosciute» (Francesca Visentin, «Corriere del Veneto»).

Sul personaggio di Tintoretto Melania Mazzucco ha anche scritto e ideato una produzione cinematografica firmata Sky Arte dal titolo Tintoretto. Un ribelle a Venezia. Il trailer: