La città è Bari. Il momento, gli anni Ottanta. Il denaro corre veloce per le vene del Paese. I tre adolescenti che si aggirano per le strade di questo libro hanno in corpo una sana rabbia, avvelenata dal benessere e dalla nuova smania dei padri. Si azzuffano e si attraggono come gatti selvatici, facendo di ogni cosa – la musica, le ragazze, le giornate – un contorto esercizio di combattimento.
Ma negli angoli dei quartieri periferici li aspetta il lato in ombra di quel tempo che luccica: qualcosa che li costringerà a mettere in discussione le loro famiglie, i loro sentimenti, e perfino se stessi. Ci metteranno vent’anni per venirne a capo.
Nicola Lagioia ha scritto un romanzo d’iniziazione maturo e arrabbiato. Con una scrittura tesa, alta, capace di precisione lenticolare e di accensioni vertiginose, racconta una storia di amicizia, di tradimenti, di conflitti generazionali – arrivando infine a rappresentare il germe dei giorni che stiamo vivendo, ovvero l’eterna adolescenza di un paese che diventa vecchio senza essere cresciuto.
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Riportando tutto a casa ha vinto il Premio Viareggio.
«La precisa eleganza delle parole di Nicola Lagioia prende tutte le fibre dell’attenzione e ti immerge nella trama» (Geraldine Meyer, www.sulromanzo.it).
L’autore racconta il libro:
«Gli scrittori al primo romanzo raccontano tutto quello che hanno da raccontare, buttano la propria esperienza sulla pagina e quindi il primo romanzo è, di solito, un romanzo autobiografico. Io ho fatto un po’ il contrario. E per arrivare a raccontare effettivamente la mia adolescenza – l’adolescenza è sempre contemporaneamente un’età dorata da una parte e una ferita aperta dall’altra – sono dovuto arrivare al terzo libro»: nella trasmissione Scrittori per un anno, Nicola Lagioia parla dei suoi libri e della sua città natale, Bari.