Il libro che ha sconvolto il corso della letteratura contemporanea influenzando l’immaginario collettivo e stilistico del Novecento.
Sono passati piú di sessant’anni da quando è stato scritto, ma quell’irrequietezza adolescenziale, cosí magistralmente colta da Salinger, ci è ancora vicinissima. Continuiamo a vederlo, Holden Caulfield, con la sua aria scocciata, insofferente alle ipocrisie e al conformismo, lui e tutto quello che gli è cascato addosso dal giorno in cui lasciò la Pencey con una bocciatura in tasca e nessuna voglia di farlo sapere ai suoi. Nella sua rabbia ciascuno di noi ha letto la propria, e questo lo ha reso un successo senza tempo.
«E poi non mi metto certo a farvi la mia stupida autobiografia o non so cosa. Vi racconterò giusto la roba da matti che mi è capitata sotto Natale, prima di ritrovarmi cosí a pezzi che poi sono dovuto venire qui a stare un po’ tranquillo».
A dare a Holden Caulfield una nuova voce, quella dei lettori di oggi, è stato Matteo Colombo, che ha lavorato alla nuova traduzione del romanzo, uscita nel 2014. Nel carteggio con la traduttrice Anna Nadotti, Colombo racconta il lavoro complesso e minuzioso che c’è dietro alla traduzione di un grande classico della letteratura: «Durante tutta la lavorazione, il mio pensiero costante è stato: “Fai, per una volta in vita tua, qualcosa al meglio delle tue possibilità”. Finalmente sento di averlo fatto».
«A partire da Il giovane Holden, nel mondo che ha sconfitto i regimi totalitari, comincia a formarsi l’idea di giovinezza su cui ci basiamo ancora, quella per cui le ansie fisiologiche dell’adolescenza possono avere un valore esistenziale e politico permanente» (Francesco Pacifico, «Robinson – la Repubblica»).
«Holden Caulfield è un simbolo e un’icona da generazioni» (Alessandra Farkas, «Corriere della Sera»).
«Il giovane Holden non è solo un libro che ha segnato un’epoca, ma che ha cambiato il modo di osservare il mondo giovanile, mettendo a fuoco il tema della generazionalità» (Fulvio Panzeri, «Avvenire»).
«Bisogna che chi lo affronta oggi sia un buon lettore e sappia vedere nel complesso la metafora del passaggio, della crescita» (Paolo Petroni, «Ansa»).
«Un cult per piú generazioni. Due giorni di vita di un adolescente, cacciato dalla scuola, i turbamenti di un ragazzino che si sente impreparato alla vita adulta a cui si sta affacciando, la solitudine e la fragile dolcezza di chi pensa che il mondo sia per lui un altrove. Tutto qui. Eppure fa breccia. E continua ad essere un successo internazionale» (Simona Maggiorelli, «Left»).
«Il giovane Holden è un vero best seller, e bibbia definitiva, non di una generazione, ma di tutte le generazioni di ragazzini a cui piace definirsi intelligenti ma ribelli» (Giulio Silvano, The vision).
«L’emblema di una radicale alterità della giovinezza» (Enrico Palandri, Doppiozero).
Il giovane Holden è una lettura consigliata da Nadia Terranova.
A raccontare il romanzo Alessandro Baricco
Il giovane Holden è stato al centro di una puntata del programma di Rai 3 “Per un pugno di libri”.
Shane Salerno ha realizzato un documentario su J. D. Salinger e il suo libro piú famoso. Il trailer: