Esistono passioni cosí potenti da cambiarti la vita. Da rovesciarti la testa, i pensieri, lo sguardo. Per Cecilia la musica è esattamente questo: un modo di vivere, il solo che conosce.
Cecilia è ancora una bambina, quando a dispetto di tutto e di tutti – in particolare dei suoi genitori –, entra all’Istituto Mascagni di Livorno, un conservatorio, e di quelli seri. Scoprirà a poco a poco cosa significa segarsi i polpastrelli con le corde, imparare solfeggio e armonia, progredire o regredire, scoraggiarsi o meravigliarsi. Educare la sua mano, sfidarla. E trovare una forza inaspettata, un’energia che sembra sprigionare direttamente dalla fatica.
Il suo insegnante, Smotlak, è diverso da tutti gli altri: carismatico, burbero, spregiudicato, punta su di lei come si può puntare su un cavallo, e mira a farla diventare come gli altri, «quelli senza cuciture». Ma «le vere lezioni non sono quasi mai a lezione», e Cecilia non tarderà a capirlo, scoprendo che una scommessa ben piazzata può portarti lontano e che un vero maestro insegna veramente tutto: perfino a vivere.
Leggi un estratto.
«Tutto il romanzo dà piacere, per la vivacità del racconto e la compiutezza dei personaggi e perché è la storia di una forza titanica, tutta raccolta nella “mano di burro” di una ragazzina taciturna» (Laura Marzi, «il manifesto»).
L’autrice ha creato una playlist di brani su Spotify per accompagnare la lettura del romanzo:
Sulla pagina Facebook della casa editrice alcune micro-lezioni in cui l’autrice – un po’ come Cecilia, la protagonista del suo romanzo – ci mostra cosa vuol dire imparare a suonare il violoncello: