Con una narrazione coinvolgente, come un aedo dei nostri tempi, Matteo Nucci rivela la dimensione eterna dei due grandi eroi omerici. Modelli umani contrapposti che travalicano il mito per interrogarci, ancora oggi, su chi siamo.
Fin dall’antichità, Odisseo e Achille sono considerati i paradigmi di due modi antitetici di affrontare la vita. Da una parte un’intelligenza duttile, capace di adeguarsi alle circostanze per aggirare gli ostacoli, dall’altra la ferocia di chi pretende di dare forma alla realtà. Odisseo sa aspettare, sopportare, pur di salvarsi. Achille no, consuma l’attimo, divora la propria esistenza. Perché è troppo schietto, istintivo, collerico, almeno quanto Odisseo è prudente, strategico e ingannevole. L’uno rivolto al futuro, l’altro concentrato sul presente, sono entrambi incapaci di fare i conti con il passato. E sono fragili, come tutti noi, come noi destinati a un corpo a corpo con la loro finitezza. Ma che cos’è l’eroismo se non vivere fino in fondo la propria condizione mortale?
Leggi un estratto.
«Nel suo libro Matteo Nucci ripensa il millenario conflitto tra i due eroi greci. Per scoprire che in fondo hanno molto in comune» (Melania Mazzucco, «il venerdí – la Repubblica»).
«È il piú bravo, Matteo Nucci, a ricordarci, con parole precise e semplici (come quelle dei classici) chi sono gli eroi» (Valeria Parrella, «Grazia»).
«Matteo Nucci ci invita a immergerci di nuovo in alcuni episodi rivelatori della mitologia, e a farlo con passione, senza troppe mediazioni e filtri della critica, e senza paura» (Pietro Del Soldà, «Il Sole 24 Ore»).
L’intervista di Marina Cappa all’autore su Vanity Fair.
L’autore racconta Achille e Odisseo:
Il libro è piaciuto molto anche a Jovanotti:
Su Raiplay, per “Scrittori #fuoriClasse”, Matteo Nucci ha tenuto una lezione su Omero e i suoi poemi: