Sal ha pensato a tutto. Il coltello da caccia e gli scarponcini li ha comprati su Amazon con le carte di credito rubate. Ha preparato il kit del pronto soccorso, studiato le mappe delle foreste scozzesi e passato ore a guardare corsi di sopravvivenza su YouTube. Adesso è pronta.
Sal ha tredici anni, sua sorella Pepa solo dieci: due bambine che del mondo sanno già troppo. La mattina in cui scappano di casa si lasciano alle spalle una madre alcolizzata, un patrigno violento e un omicidio. Fuggono dalla brutalità quotidiana per trovare quiete e rifugio nei boschi, dove vivono in una capanna e si nutrono di tutto quello che riescono a cacciare. Premere il grilletto non è quasi mai un problema: in natura la violenza è all’ordine del giorno, una questione di vita o di morte. Quando si è soli nella foresta, il pragmatismo è l’unico antidoto alle crisi di panico, mette a tacere i fantasmi del passato, impedisce al terrore di avere la meglio. Perché Sal è in grado di sopravvivere in condizioni estreme, ma non ha idea di come vivere una vita normale.
Con il ritmo incalzante dell’avventura, una storia vera e struggente che racconta il tramonto dell’infanzia, l’amore tra due sorelle e il potere della natura di curare persino le ferite piú profonde.
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«Volevo raccontare la giovinezza come un’età che ha la sua forza, il suo orgoglio, la sua capacità di far fronte ai pericoli e ai dissesti della vita».
«Un romanzo ambizioso e ben congegnato. La letteratura ha fame di storie come questa» («The Guardian»).
«Travolgente… la scrittura di Mick Kitson convince sia nel ritrarre l’amore tra sorelle che nel dipingere la bellezza della natura vista con gli occhi di Sal… un esordio audace» («Sunday Express»).
«Originale e sfrontato… insieme attuale e senza tempo, una storia che commuove e consola… Sal merita di diventare un successo» («The Observer»).
Giorgio Scianna ha scritto su Facebook: «Sal è un romanzo che cattura».
«Una commovente storia d’amore: l’amore tra due sorelle capaci di cavarsela in quella giungla che è il mondo dove sono state gettate» (Giuseppe Culicchia su «L’Espresso»).
«Sal appartiene a quella “categoria estetica” che racconta l’infanzia e l’adolescenza senza falsi pietismi, senza inutili commiserazioni» (Fulvio Paloscia, «la Repubblica»).
«Sal è la bella storia, raccontata con la lingua di una tredicenne, di un’avventura necessaria, dell’amore tra due sorelle e della natura che guarisce» (Nathascia Severgnini, «la Lettura – Corriere della Sera»).
«Un esordio sorprendente» (Stuart Kelly, «Internazionale»).