Un’ode alla libertà, all’immaginazione, alla diversità. Un romanzo iniziatico tenero e folgorante.
Provenza. Estate del 1965. A Shell piace servire i clienti nella malandata stazione di servizio dei suoi, anche se i viaggiatori che si fermano sono pochi. Da quando ha smesso di andare a scuola non ha molto altro da fare e bambini nei dintorni non ce ne sono. Ma un giorno, dopo che ha quasi appiccato il fuoco alla pompa di benzina, i suoi genitori discutono di metterlo in un istituto per ragazzini come lui. E a Shell non resta che scappare.
Sull’altopiano che sovrasta la sua valle non trova la guerra che vedeva nella tivú bombata di famiglia, solo silenzio e odori del sottobosco. E una ragazza, bellissima e capricciosa come un soffio di vento, che gli appare davanti. Assieme a lei, tutto diventa possibile.
«Adesso però avevo una regina e sapevo che avrei fatto qualsiasi cosa per lei, non perché avevo giurato, ma perché mi andava. Ho pensato che forse essere un eroe voleva dire proprio questo: fare qualcosa che nessuno ti obbliga a fare».
Leggi un estratto.
Mia regina ha vinto in Francia il Prix Femina des lycéens e il Prix du premier roman.
«Un gioiello, poetico e onirico» («Le Figaro littéraire»).
«Mia regina è il racconto di una fuga e di una formazione. Jean-Baptiste Andrea narra il grande salto dal mondo dell’infanzia a quello dell’età adulta e lo fa con rara poesia» (Ilaria Vitali, «il manifesto»).
«Poesia, incanto, stupore, meraviglia. Una magia raccontata con la leggerezza della profondità, parole cosí concrete da sembrare immateriali» (Giuseppe Cesaro, «il Fatto Quotidiano»).
L’autore racconta il romanzo su WebTvCulture: