Gaia RayneriDipende cosa intendi per cattivo

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Dopo il fortunato esordio di Pulce non c’è, Gaia Rayneri torna a raccontare gli spigoli del bene e la follia dell’età adulta. Un romanzo comico e spietato che sa guardare nello specchio nero del disagio e accendere di vita ogni pagina.

Costanza è un’adolescente che sogna di diventare una fisica teorica. Sua madre, ansiosa di buone azioni, la porta a vivere a Torino in un condominio di case popolari per un progetto di volontariato, dove distribuisce pacchi di pasta e formaggio comprati al discount e «apre la porta a tutti, ma non vede l’ora che le persone se ne vadano».

Nel suo nuovo palazzo, il mondo degli adulti produce un frastuono ininterrotto: c’è Sandra, aggressiva e instabile, che si porta dietro due cani malandati in buste di nylon, un vecchio che scrive tutto il giorno lettere a Susanna Camusso, un ex trafficante di cocaina che sogna di fare il bidello, un signore elegante che ha una collezione di macchine da scrivere e una fidanzata nigeriana con la parrucca fucsia. E poi c’è Maria Jennifer, ribattezzata Hubble: come un telescopio spaziale, la sua nuova amica – cresciuta a suon di incantesimi e disamore – le mostra modi di pensare opposti a quelli che insegnano a scuola. Forse folli, ma in grado di distillare la salvezza dalla sofferenza, come un arcobaleno trovato in mezzo alla spazzatura.

Leggi un estratto.

«Una narrazione dove “tutto è un incantesimo”. Un libro che con lucidità visionaria mostra che anche gli equilibri fragili possono raggiungere la felicità» («Casalettori – la Repubblica»).

«Gaia Rayneri disegna con una scrittura originale, mai scontata, due nuove giovani protagoniste, un po’ surreali e bellissime, e le accompagna alla scoperta degli adulti, dei sentimenti e di una vita in cui tutto ciò che sembra buono può essere cattivo, ma anche il contrario» (Elena Masuelli, «Ttl – La Stampa»).

«Una scrittura spietata, ironica e colta» (Brunella Schisa, «il Venerdí – la Repubblica»).

«Con fragilità e ironia, un romanzo di formazione che racconta tutta la follia per raggiungere l’età adulta» («Marie Claire»).

Daria Bignardi, sul suo account Instagram ha scritto: «Dovevo lavorare ma ho cominciato Dipende cosa intendi per cattivo e non riesco piú a staccarmi. A un’autrice che scrive “Io mi guardavo intorno tutta pimpante e baldanzosa, e dico cosí solo per poter usare queste parole” io non resisto».

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