«Bacia e carezza per me tutti, volto per volto, occhi per occhi, capelli per capelli. A ciascuno una mia immensa tenerezza che passa per le tue mani. Sii forte, mia dolcissima, in questa prova assurda e incomprensibile. […] Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo».
Sono trascorsi quarant’anni dal rapimento e dall’assassinio di Aldo Moro da parte delle Brigate rosse, tragico spartiacque della storia dell’Italia repubblicana. Nei 55 giorni di prigionia l’uomo politico scrisse un centinaio di lettere, qui pubblicate integralmente.
Come lavoravano i brigatisti? Che fine hanno fatto gli originali delle carte? Quali tra queste sono state censurate e manipolate? Cosa fece il governo italiano per affrontare l’attacco terroristico?
Lo storico Miguel Gotor riordina cronologicamente l’intero carteggio e ne offre un’edizione accurata e integrale che restituisce alla prigionia di Moro le sue parole piú vere. E attraverso quelle parole riporta il lettore al quadro storico di quegli anni, a una tragedia del potere raccontata in modo nuovo e avvincente: senza ipotesi fantasiose ma con una scansione di informazioni documentate, suggestive e inquietanti.
Leggi un estratto.
«È piuttosto la puntigliosa e precisa ricostruzione di un pezzo importante di storia del nostro Paese, che Gotor fa passare sotto i nostri occhi senza abbellimenti. E con una drammaticità non retorica, dal momento che è una storia piena di speranze e di sangue» (Agnese Moro, «la Stampa»).
La lettera al Presidente della Repubblica Giovanni Leone:
Miguel Gotor parla del libro al programma di La7 Tagadà
ad Atlantide
e su Radio Radicale
Il Web Doc di Rai Cultura dedicato ad Aldo Moro: