«Siamo davvero pronti a riscrivere l’articolo 1 della Costituzione in un piú sincero, ma scoraggiante: “L’Italia è un Paese fondato sul lavoretto”? Preferirei di no. E allora prendete queste pagine come una sveglia il cui tempo è scaduto».
Perché di colpo arrotondare è diventato necessario? Cosa si nasconde dietro all’elogio della modernità e della cosiddetta «economia della condivisione»? Il nuovo capitalismo delle piattaforme digitali, tanto osannato come efficiente, green e socialmente giusto, sta invece causando il progressivo svuotamento del lavoro.
Piattaforme come Uber e Airbnb offrono ai lavoratori occupazioni precarie e sottopagate. Al tempo stesso queste aziende pagano tasse risibili nei Paesi dove producono ricchezza, impoverendoli e costringendoli a un futuro senza welfare. Grandi ricchezze nelle mani di pochi, insomma.
Ripercorrendo i principali snodi storici di questo declino, Riccardo Staglianò accende i riflettori su questioni urgenti e universali: il diritto al lavoro, all’autonomia e a una vita che sia dignitosa. E smaschera un’economia che, in nome della flessibilità, sta invece istituzionalizzando i «lavoretti», distruggendo la società cosí come la conosciamo.
Leggi un estratto.
Pippo Civati sul suo blog scrive: «Un testo analitico che si articola in una rassegna ricchissima di storie e di esempi che portano il lettore, senza fatica, ad affrontare questioni complesse».
«Un viaggio dalla California al Mezzogiorno di casa nostra per dimostrare come la sharing economy non coincida con le sorti magnifiche e progressive di una nuova economia» (Massimiliano Panarari, «La Stampa»).
«Alternando capitoli di bruciante attualità, e capitoli piú storici, Staglianò traccia un panorama desolato, a tratti infernale, dello stato attuale del diritto del lavoro» (Giuliano Milani, «Internazionale»).
«L’autore mostra i meccanismi con con cui le grandi piattaforme digitali e le corporation della rete sgrumano il lavoro, evadono il fisco, accentrano i capitali» (Alessandro Gilioli, «l’Espresso»).
«Un’inchiesta che descrive l’inesorabile svuotamento del lavoro, cominciato negli anni ’80 e arrivato oggi all’assenza di dignità» (Gloria Riva, «D»).
«Un libro-inchiesta che, oltre a raccontare storie di “utenti” e “collaboratori” delle piattaforme, compie un viaggio a ritroso per comprendere come si è arrivati a queste forme di lavoro» (Andrea Aimar, «L’Indice»).
L’intervista per «il Fatto Quotidiano».
Staglianò parla del libro con Corrado Augias a Quante storie
su Radio3, a Tutta la città ne parla
e su Radio Radicale
L’autore è stato anche ospite a PresaDiretta