«Ivan Jakovlevič per decenza infilò il frac sulla camicia e, sedutosi a tavola, si versò del sale, mondò due teste di cipolla, diede di piglio al coltello, e, facendo un viso compreso, cominciò a tagliare il pane. Divisolo in due parti, vi guardò dentro e, con sua meraviglia, vide qualcosa di biancheggiante. Un naso!»
Il naso, Il ritratto, La Prospettiva, Il giornale di un pazzo, Il mantello: i racconti piú famosi di Nicolaj Gogol’, maestro del grottesco e del realismo fantastico russo.
Con una scrittura vivacissima e di pirotecnica originalità, lo scrittore dà vita ai suoi personaggi per poi reinventarla e ribaltarne il senso. Ecco che Ivan trova un naso nel pane e nello stesso momento, specchiandosi, Kovalev non se lo trova piú; un ritratto prende vita portando con sé nel tempo la cattiveria dell’uomo raffigurato; un uomo solo scrive un diario di fatti e date impossibili. E che dire del povero Akakij Akakievič, derubato del mantello nuovo e vendicato dal suo fantasma?
Leggi un estratto.
«Questi suoi personaggi immersi in una luce crepuscolare, lividi o torvi, amorfi talvolta o difformi, vagano tuttavia ormai per il mondo, né il mondo saprebbe ignorarli» (Tommaso Landolfi).
«Da sotto le falde del Cappotto di Gogol’ sono usciti tutti gli scrittori russi della seconda metà dell’Ottocento» (Fëdor Dostoevskij).
A Radio3, per il programma Ad alta voce, la lettura di alcuni racconti:
- Il naso letto da Massimo Popolizio.
- Il mantello letto da Manuela Mandracchia.
- La Prospettiva letto da Maria Paiato.