«Deve mettere al riparo l’amore, rovesciare la fine, per ricominciare».
Nella vita di Rebecca la fuga sembra essere l’unica trama possibile. Il suo matrimonio con Thomas è arrivato al capolinea, per questo accetta l’incarico dell’organizzazione internazionale per cui lavora: destinazione Tirana. Non è mai stata in Albania, ma di quel paese sa molte cose. Sa per esempio che l’ospite è sacro e che la parola data viene presa seriamente. Quello infatti è il paese che ha dato ospitalità a sua madre Esther in fuga dalla Berlino nazista, il paese che le ha salvato la vita. Ma proprio nell’Albania di re Zog, che accoglieva gli ebrei durante la Seconda guerra mondiale, Esther ha perso sua sorella Abigail – catturata dai nazisti e deportata a Dachau. E quello strappo mai ricucito è ancora troppo doloroso per essere raccontato.
Ad accoglierla a Tirana, Rebecca trova Andi, che sarà il suo assistente, e forse qualcosa di piú. Rebecca farà cosí i conti col passato della sua famiglia ma anche con Thomas, che la raggiungerà per provare a dare un nuovo corso alla loro storia. Sarà proprio lui, fotografo di fama, a riannodare i fili di quelle vite spezzate ricostruendo in un documentario le vicende degli ebrei salvati da re Zog, e delle due sorelle Esther e Abigail.
Anilda Ibrahimi torna a raccontare la Storia con la forza narrativa e la poesia di Rosso come una sposa, regalandoci personaggi emozionanti, legati indissolubilmente dalla promessa dell’ospitalità e della cura.
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Con questo romanzo Anilda Ibrahimi ha vinto il Premio Rapallo Carige 2017.
«Anilda Ibrahimi sa raccontare i legami di sangue spezzati dalla Storia dimostrandoci che, in fondo, tra fuga e ritorno non c’è alcuna differenza» (Diego De Silva).
«È un libro per lettori veri» (Valeria Parrella).
«La magia di questo romanzo consiste nel rendere contemporanee tutte le vicende che racconta, liberandole dal velo del passato e illuminando i ricordi in cantina con una luce insistente, ostinata» (Nadia Terranova).
«Anilda Ibrahimi ricorda mirabilmente una pagina di Storia dimenticata» (Alessandro Leogrande).
«Dopo il successo di Rosso come una sposa, Ibrahimi torna a raccontare la Storia con la Poesia dei sentimenti» (Alessandra Appiano, «Donna moderna»).
«È il romanzo di madri e figlie, che per quattro generazioni attraversano la storia d’Europa e il mondo, la fuga e il ritorno» (Annalena Benini, «Io donna»).
«Ancora una volta Anilda Ibrahimi è riuscita ad ammansire la crudeltà della Storia nella magia di un romanzo vivo e palpitante» (Michele Trecca, «La Gazzetta del Mezzogiorno»).
«La scrittura di Anilda Ibrahimi è delicata, evocativa. Mai un eccesso, mai uno strappo a una storia che al contrario prevederebbe sussulti a ripetizione» («Avvenire»).