– Ma la tua mamma qual è? – mi ha domandato scoraggiata. – Ne ho due. Una è tua madre.
Una ragazzina di tredici anni con la valigia in una mano e una sacca di scarpe nell’altra, suona a una porta sconosciuta. Ad aprirle, sua sorella Adriana, gli occhi stropicciati, le trecce sfatte: non si sono mai viste prima. Inizia cosí questa storia dirompente e ammaliatrice: con una ragazzina che da un giorno all’altro perde tutto – una casa confortevole, le amiche piú care, l’affetto incondizionato dei genitori. O meglio, di quelli che credeva i suoi genitori. Per «l’Arminuta» (la ritornata), come la chiamano i compagni, comincia una nuova e diversissima vita. La casa è piccola, buia, ci sono fratelli dappertutto e poco cibo sul tavolo. Ma c’è Adriana, che condivide il letto con lei. E c’è Vincenzo, che la guarda come fosse già una donna. E in quello sguardo irrequieto, smaliziato, lei può forse perdersi per cominciare a ritrovarsi.
L’accettazione di un doppio abbandono è possibile solo tornando alla fonte, a se stessi. Donatella Di Pietrantonio conosce le parole per dirlo, e affronta il tema della maternità, della responsabilità e della cura, da una prospettiva originale e con una rara intensità espressiva. Le basta dare ascolto alla sua terra, a quell’Abruzzo poco conosciuto, ruvido e aspro, che improvvisamente si accende col riflesso del mare.
«Ero l’Arminuta, la ritornata. Parlavo un’altra lingua e non sapevo piú a chi appartenere. La parola mamma si era annidata nella mia gola come un rospo. Oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza».
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Con questo romanzo Donatella Di Pietrantonio vince il Premio Campiello 2017.
«Bellissimo. Non potete non leggerlo» (Luciana Littizzetto).
«Un romanzo unico, incantato, avvolto in una magica perfezione» (Sergio Pent, «La Stampa»).
«Una scrittura febbrile e potente» (Roberta Scorranese, «Corriere della Sera»).
«Una storia intensa, magnetica, carica di tensione» (Michele Lauro, «Panorama»).
«Donatella Di Pietrantonio non sviscera minuzie, non cerca sassolini. Si butta nella mischia delle cose importanti, nei legami di sangue, sulle autostrade dell’esistenza» (Elena Stancanelli, «D»).
«Donatella Di Pietrantonio ha scritto romanzi e racconti di grande potenza e l’ultimo suo libro è una perla» (Matteo Nucci, «Robinson»).
«Un romanzo speciale e raffinato, che vi travolgerà» (Giuseppe Fantasia, «Il Foglio»).
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