Per cercare di capire il mondo degli adulti, Bianca lo osserva con gli occhi spalancati e con la curiosità di una piccola entomologa. Come attraverso la lente di un microscopio, cerca nei gesti affannati dei genitori e del fratello i movimenti ordinati e rassicuranti degli insetti, finendo per sovrapporre quel mondo in cui non esistono i tradimenti e le famiglie non si sfasciano a quello reale: «Mi vedevo piccoli uncini al posto delle mani, con quelli potevo rimanere arpionata alla terra e guardare le cose da lì, dove non era possibile cadere». Ed ecco che prende forma una madre-ape che «lavora incessantemente all’armonia riducendosi le ali a brandelli», un padre che si ostina a ricoprila di seta per farla somigliare a una farfalla, colleghe-mantidi che depongono le uova sui bordi delle tazzine di caffè.
Ma un giorno d’estate la teca si rompe e quel mondo improvvisamente le si sfalda addosso: un padre assente che si rivela un traditore e un amore famigliare che non c’è più da tempo. Bianca è costretta a fare i conti con la durezza della vita, imparando la parola fine: dell’infanzia, delle bugie, della vita stessa. Eppure, se «crescere è abbandonare», come dice sua madre, allora forse occorre imparare a fidarsi di nuovo.
Con una lingua limpidissima, che trasforma gli stati d’animo in immagini di grande potenza, Ester Armanino costruisce un romanzo di formazione atipico, in grado di raccontare il momento in cui s’impara a proprie spese che la vita è «un infinito ricucire».
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Con Storia naturale di una famiglia Armanino ha vinto il Premio Kihlgren Opera Prima, il Premio Viadana Giovani, il Premio Zocca e il Premio per la Cultura Mediterranea – sezione Narrativa giovani.
«Con una scrittura asciutta, Armanino racconta i sentimenti più veri» (Severino Colombo, «La Lettura, Corriere della Sera»).
«Leggendo questo romanzo ognuno troverà i propri segreti e infiniti dettagli, guardandoli adesso con gli occhi di allora, e stupendosi di come tutto sembri naturale, dopo» (Annalena Benini e Maria Grazia Ligato, «Io Donna»).
Il booktrailer realizzato da Samuele Wurtz, Ilaria Sechi e Alberto Tamburelli; voce di Ilaria Bernardini: