Giorgio IeranòIl racconto del Labirinto

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Un intreccio inestricabile di miti che danno vita a una delle saghe piú famose della mitologia greca.

Europa, la principessa che, rapita da Zeus e trascinata in un viaggio prodigioso, ha regalato il nome al continente in cui abitiamo; Pasifae, la madre del Minotauro, che spiega come nacque in lei la passione innaturale per un toro; Icaro, figlio di Dedalo, artefice del Labirinto, che precipita nel suo folle volo; Teseo che affronta il Minotauro, il mostro mezzo uomo e mezzo toro, e risale alla luce grazie al filo offertogli dalla principessa Arianna; Fedra, sorella di Arianna che vive un’altra fatale trasgressione erotica, innamorandosi del figliastro Ippolito.

Intorno al Labirinto, luogo di morte ma anche di iniziazione alla vita, ruota un intero mondo di eroi e di divinità che sono entrati a far parte del nostro immaginario e che ancora oggi ci parlano e ci affascinano. In un viaggio attraverso la letteratura antica e moderna, da Omero a Ovidio, da Euripide a Seneca, da André Gide a Jorge Luis Borges, Giorgio Ieranò racconta le vicende dei diversi protagonisti della leggenda – ogni personaggio del mito ha vissuto la grande avventura a modo suo e può narrarne solo un frammento, che però fa parte di un disegno piú grande –, componendo un mosaico di storie che ci trasporta in un Mediterraneo antichissimo e leggendario. E ci fa guardare in un modo nuovo a uno dei simboli piú enigmatici e affascinanti della mitologia greca.

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«Il racconto del Labirinto di Giorgio Ieranò è un invito ad attraversare il piú complesso dei miti antichi, al termine del quale forse non incontreremo né mostri né fanciulle né tantomeno vie d’uscita, ma solamente, umanamente noi stessi» (Andrea Marcolongo su «La Stampa»).

«In un saggio che si legge tutto d’un fiato Ieranò ci restituisce le infinite trame del mito del Labirinto» (Marina Valensise, «Il Messaggero»).

«Intenso, articolato. È un libro utile e catturante» (Roberto Mussapi, «Avvenire»).

«Un libro fresco e intelligente, che letteralmente legge dentro e attraverso il mito, salta da una fonte all’altra senza dare le vertigini, restituisce codici, suggerisce significati» (Antonio Lamorte, «l’Unità»).