Una storia antica eppure ancora vicina. Un mondo perduto tra il fiume e la pianura, tra la pesca e la magia contadina, al centro del quale c’è un personaggio femminile tenace, alle prese con le aspettative di una società chiusa, a tratti meschina, e il desiderio di essere sé stessa.
A Fumana la nebbia piace cosí tanto che a volte, quando si immerge in quel bianco opalescente, sembra ci sia qualcuno – o qualcosa – ad aspettarla. Le piace pure pescare con il nonno, la notte, sul sandolo, una lanterna a illuminare il buio della palude. E poi, da un certo punto in avanti, inizia a piacerle anche Luca: dopo aver fatto il bagno con lui alla pozza delle monache, torna a casa senza sapere bene che cosa le si agita dentro, e perché. La notte in cui è nata, la gente di Voltascirocco se la ricorda ancora, sembrava che l’Adige volesse portarsi via tutto il Veneto. Se sopravvivi a un disastro come quello è perché la vita ti ha destinato a qualcosa.
I primi anni col nonno Petrolio, nella quiete immobile dei margini del paese, tra i canali pieni di rane, anguille e tinche, Fumana li passa a esplorare tutto ciò che può e a far finta di non sentire i giudizi degli altri. Ma poi l’infanzia finisce, e persino il burbero Petrolio capisce che deve fare qualcosa, che sua nipote sta diventando una ragazza: l’incontro con Lena, che con certe sue parole, con certi suoi segni, con certe sue erbe guarisce la gente, sarà la svolta. Ma accettare il proprio dono significherà forse sacrificare tutto il resto.
Leggi un estratto.
«Un balzo indietro nella storia del Veneto di quegli anni, come già nei libri precedenti di Malaguti: bambini e bambine che combattono povertà e ignoranza in una società arcaica che sembra avere già deciso il loro destino» (Francesca Visentin, «Corriere del Veneto»).
«Paolo Malaguti riscopre il perduto mondo contadino individuando i motivi di una modernizzazione che fu frutto anche dell’opposizione radicale di donne come Fumana a regole arcaiche che le avrebbero relegate a subalterne di una società maschilista e bigotta» (Giacomo Giossi, «Il Foglio»).
«Una storia antica, eppure modernissima, che si legge con un coinvolgimento crescente» (Paolo Perazzolo, «Famiglia Cristiana»).
«Il romanzo ha insieme una coerenza descrittiva e affettiva, che conferma la vocazione di Malaguti alla biografia e richiama le esistenze di altri suoi personaggi» (Stefano Vicentini, «L’Arena»).
«Fumana è l’ennesima conferma di Paolo Malaguti. Che ancora una volta attinge appunto alla sua terra per tessere la trama di una storia che mette gli ultimi al centro e che, ancora una volta, va a ritroso nella storia» (Carlo Martinelli, «Il T quotidiano»).
Su «Il Giornale di Vicenza» l’intervista di Nicoletta Martelletto.