Manish ha sedici anni e vive insieme al padre, che piú che un genitore sembra un coinquilino distratto. La sua vita a Londra è quella che vorrebbe qualsiasi sedicenne: nessun divieto, nessuna raccomandazione, nessuna domanda quando rientra a casa. L’ideale per lui, che è cosí taciturno. Finché una mattina d’estate, all’insaputa di tutti, prende un aereo per Roma. È proprio in quella città a lui sconosciuta che, durante una retata al parco, i poliziotti lo arrestano per spaccio.
Manish però continua a tacere. Sua madre vive a Genova, e quando la informano dell’arresto lascia di corsa i bambini e il nuovo marito per raggiungere quel suo primo figlio cosí enigmatico. Eppure in poche ore, inspiegabilmente, Manish viene rilasciato con tante scuse da parte delle forze dell’ordine. I poliziotti sorridono, minimizzano: sembrano avere troppa fretta di chiudere il caso. Cos’è successo davvero in quel parchetto di Roma? La madre potrebbe fare finta di niente, tornare alla sua vita e accontentarsi del pericolo scampato. Ma nello sguardo del figlio intravede un segreto piú grande di lui. E allora sceglie di andare nella direzione opposta, dritta al cuore di un mistero dove la posta in gioco è il futuro di tutti loro.
Libro dopo libro, Giorgio Scianna sta mettendo insieme una mappa dell’oggi: nessuno come lui sa parlare cosí schiettamente agli adolescenti, e ai loro genitori. Stavolta al centro del racconto c’è la responsabilità delle proprie scelte, la fiducia, il bisogno di indipendenza, gli errori degli adulti quando una famiglia si spacca.
Leggi un estratto.
Votato da una giuria di ragazzi di scuola primaria e secondaria di Procida, Senza dirlo a nessuno ha vinto il Premio Il mondo salvato dai ragazzini – Elsa Morante.
«Duecentoquaranta pagine che risucchiano il lettore nel vortice di una storia familiare […]. Un mistero che ci immerge in un oggi forse ancora poco conosciuto o indagato» (M. Grazia Piccaluga, «la Provincia Pavese»).
«Già coi precedenti romanzi Scianna aveva mostrato di saper fare tesoro della sua grande esperienza coi giovani, trovando un tono che è l’unico appropriato per raccontare dei loro turbamenti, delle aspettative e del rapporto con gli adulti: è una voce, la sua, che si pone piú domande di quanto non si prefigga di dare risposte, e che proprio questa disposizione all’ascolto riesce a restituire credibilmente»: su Maremosso l’intervista all’autore.