In un unico volume oltre 350 poesie della piú importante poetessa americana del XIX secolo, che la traduzione di Silvia Bre restituisce in tutta la loro tellurica potenza.
«Ogni raccolta di poesie di Emily Dickinson, come un frattale, è di per sé un trattato sulla parola: un trattato, beninteso, per immagini. Lei insegna meglio di ogni altro poeta che la parola, sacra in quanto esile, è un puro velo che la lettura taglia come fosse una tela di Fontana, per andare verso il suo rovescio, l’immagine sconfinata che la lingua poetica proietta per sempre in tutte le direzioni e che si offre come esperienza universale» (Silvia Bre).
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Sara de Simone nell’Introduzione scrive: «Chi s’illuda di poter ricostruire con precisione la vicenda esistenziale ed artistica della poeta, di poter mettere in fila e interpretare, una dopo l’altra, le sue visioni e provocazioni e acuti paradossi, ha già smarrito la strada: esperta nella sublime arte del nascondimento, Emily Dickinson sarà sgusciata dentro la sua camera, e avrà girato la chiave».