Greta OlivoSpilli

14+

Un romanzo d’esordio trascinante, commovente, acceso a ogni pagina da una forza profonda e viva.

La nostra vita è costellata di linee d’ombra. Alcune le superiamo quasi senza accorgercene, altre invece rimangono lí per sempre, invalicabili, a ricordarci che abbiamo paura. E se c’è un’età in cui la paura spinge piú forte, piena di desiderio, rivoluzioni e soglie da attraversare, è l’adolescenza. Questo vale anche per Livia, che vuole arrivare prima alle gare di atletica, occupare il liceo, andare alle feste, uscire con i ragazzi piú grandi: insomma, vuole essere identica alle sue coetanee, e soprattutto vuole essere vista. Ma la sera, quando ogni cosa sprofonda nel buio, a non vedere piú niente è lei.

Se crescere significa imparare ad accettare i propri punti deboli, la partita per Livia è un po’ piú dura che per gli altri. Per prepararla a ciò che le succederà – a ciò che le sta già succedendo – suo padre ha un’idea coraggiosa: ci sarà pure qualcuno che possa mostrarle i passi di questa danza nuova. Emilio è il tutor del centro che l’accoglie, e a un’occhiata distratta sembra vederci benissimo. Sarà lui a insegnarle a vivere senza guardare. Facendole capire che ogni ora è preziosa, la aiuta a muoversi in quel buio e ad ascoltare i suoni, ma soprattutto le scrolla di dosso la paura. Insieme a Livia scopriamo che da qualche parte c’è sempre un punto di luce. Basta trovarlo, prendere un bel respiro e fare il primo passo per raggiungerlo.

Leggi un estratto.

Greta Olivo ha vinto a Parigi il Prix du premier roman per la narrativa straniera.

«La luce c’è sempre, anche al buio, e oggi ha illuminato una nuova scrittrice» (Annalena Benini).

«È Spilli di Greta Olivo il romanzo manifesto della nuova generazione» (Teresa Ciabatti).

«Difficile pensare di esordire meglio di cosí» (Paolo Giordano).

«Che esordio potente, nella sua scrittura sottovoce, quello di Greta Olivo» (Chiara Gaberale).

«Greta Olivo ci vuole dire, in quel modo trasparente tipico dei buoni esordi, che diventare grandi è sempre e comunque un andare a tentoni, un abituarsi a un mondo che ci appare sempre un pochino meno enigmatico e illeggibile, pieno di chiari e di scuri e dove, però, di alcune persone possiamo fidarci» (Laura Pezzino, «tuttolibri – La Stampa»).

Su «Vanity Fair» l’intervista di Mario Manca all’autrice.