ISS Paciolo-D’Annunzio, Fidenza
Classe: I B linguistico
Docente: Marilisa Antifora
«Si riconosce un uomo stolto dal fatto che è pronto a morire per una causa. Si riconosce un uomo saggio dal fatto che è pronto a vivere umilmente per una causa».
Il giovane Holden (The Catcher in the Rye) è un romanzo di formazione scritto da J. D. Salinger nel 1951. Il protagonista è Holden Caulfield, un sedicenne sensibile ed emotivamente fragile che si ritrova ad essere cacciato per l’ennesima volta da una scuola per il suo scarso rendimento. A seguito di una lite con il suo compagno di stanza, durante la notte sceglie di tornare a New York dove abita con la sua famiglia, ma timoroso della reazione dei suoi genitori decide di non rientrare a casa finché non avranno digerito la delusione; ha anche paura del confronto con il fratello D.B., che scrive copioni a Hollywood, con la sorellina Phoebe, che eccelle in tutto ed è molto intelligente per la sua età, e forse anche con Allie, il fratellino morto a undici anni che avrebbe potuto fare grandi cose.
Durante le due giornate che Holden passa da girovago a New York, il ragazzo è vittima della noia. Per sfuggirle mente, beve (anche se non sempre riesce a farsi passare per un maggiorenne), incontra vecchi amici e progetta di fuggire per sempre (prima con la sua vecchia compagna di scuola Sally Hayes, che rifiuta di partire con lui, e poi da solo). Sarà proprio il suo attaccamento alla sorellina e alla ricca famiglia, nonostante ne tema il giudizio, a far affievolire il desiderio di scappare. La vera trama, però, parla di voglia di libertà, di ribellione adolescenziale e si sviluppa attorno alle riflessioni e ai pensieri di Holden, che è il classico ragazzo arrabbiato con il mondo senza un vero e proprio motivo, sempre pronto a condannare e che vorrebbe sapere ogni cosa.
Il romanzo è scritto in prima persona, il che permette di immedesimarsi con facilità in lui. Per di piú le frasi sono semplici, il che rispecchia l’animo sarcastico e “ruvido” del protagonista, e la lettura è scorrevole.
Io ho trovato Holden spesso irritante e infantile (come quando chiede a tutti dove vadano le anatre in inverno), eppure ho apprezzato molto questo libro. Mi è piaciuta la sua ricerca di un dialogo intelligente e il non volersi soffermare sulle frivolezze; ho trovato particolarmente interessante il dialogo con il professor Antolini e l’incontro con la prostituta. È indubbiamente una lettura che consiglierei ai ragazzi che stanno affrontando questo periodo della vita, ma credo che la possano trovare stimolante anche agli adulti, magari per ricordarsi come erano loro a sedici anni e comprendere meglio noi adolescenti.
Cloe