Liceo scientifico Cafiero, Barletta
Classe: I B
Docente: Silvia Grima
A dir la verità questo libro, Storia naturale di una famiglia, non lo avrei mai letto se non fosse stato assegnato come compito, anzi lo avrei iniziato e pian piano abbandonato al suo triste destino. Questo perché le prime pagine del libro non mi hanno incuriosita molto e le ho trovate confusionarie; però continuando la lettura ho iniziato ad appassionarmi a comprendere maggiormente la storia e la sua profondità.
La storia di una famiglia apparentemente felice, vista con gli occhi innocenti di un’adolescente, che pian piano si rende conto che tutti gli affetti che la circondano iniziano a sgretolarsi, a mutare proprio come la vita degli insetti a cui fa riferimento utilizzando metafore e similitudini.
In questo romanzo si evincono un miscuglio di sentimenti ed emozioni che la protagonista affronta tutti insieme: la rabbia, il dolore, la tristezza, la nostalgia, la perdita, la forza di rinascere, contrapposti all’amore che inizierà a provare per il suo amico.
La frase che mi ha colpito in particolare è «Crescere è abbandonare», parole dette dalla madre della protagonista. Questa frase la sento cucita sul mio corpo perché mi rendo conto che man mano che cresco abbandono una parte di me per dare spazio alla me del domani. Mentre la scena che mi ha emozionato è il finale, ovvero il tuffo dal promontorio piú alto, dove la ragazza in compagnia del suo primo amore si tuffa per rinascere e guarire le sue ferite.
Claudia Concetta