Liceo scientifico Calvino, Rozzano (MI)
Classe: II B
Docente: Maria Camilla Glorioso
Noi siamo generalmente convinti che le lacrime siano segno di debolezza, fragilità, insicurezza, soprattutto in un uomo, ma non è sempre cosí.
Matteo Nucci racconta le lacrime degli eroi. In un viaggio che della carta si fa viaggio di vita, esplorazione, esperienza, l’autore affonda nel mito e nella storia, attraversa i campi di battaglia come le stanze private, esplora l’animo umano analizzando sentimenti di inquietudine, rabbia, tormento, bisogno di sistemare un cuore ferito dalle privazioni, dalle perdite, dai lutti, dalle attese infinitamente rimandate, da speranze addormentate sotto cenere di nostalgie perdute.
Il racconto è bello. La scrittura di Nucci è straordinaria, evocativa, immersa nell’analisi dei testi antichi come della vita vissuta, è piena di curiosità, di voglia di rispondere a domande che ci poniamo da sempre, è appassionata, struggente, bellissima, perché belle sono le parole, le spiegazioni dell’agire umano.
Un saggio, un racconto intimo, un viaggio dolcissimo, alla scoperta della nostra fragile forza umana.
Trizha
Tutti gli eroi piangono, anche quelli che sembrano i piú forti, invincibili: è questo che Nucci ci vuole insegnare. Non bisogna vergognarsi quando si piange, perché è un atto umano che ci capita spesso di fare. Alcune volte ci vergogniamo di piangere perché pensiamo che gli altri ci possano giudicare persone deboli e “frignone”, ma non è cosí: tutti piangono, anche gli adulti, nonostante cerchino di nascondere le proprie lacrime. Una delle diverse cause per cui gli eroi piangono sono gli eventi umani, per esempio quando Pericle piange per la morte del figlio, oppure Odisseo, che non piange per ciò che gli fanno passare gli dèi, ma piange per la perdita dei compagni di viaggio, per gli amici che trova nel regno dei morti, per la rabbia di chi tradisce la sua fiducia, per la moglie e il figlio lontani. Gli eroi piangono anche per l’ira e la morte. Ai tempi di Omero gli eroi si misuravano anche per come accettavano il dolore e la morte: con calde lacrime di sottomissione a qualcosa di superiore. Da Platone in poi tutto cambiò. Dal periodo successivo piangere fu considerato da deboli, fino a oggi.
Nel mondo moderno cerchiamo di nascondere le lacrime e cerchiamo di non piangere davanti agli altri. La domanda implicita nel libro è: siamo disposti a concedere di piangere ai nostri eroi di oggi? E a noi stessi? Secondo me dovremmo essere disposti a concedere questo pianto.
Un saggio molto bello, avventuroso, che ci fa capire quanto gli umani siano deboli e fragili, ma anche quanto gli eroi siano forti nell’affrontare difficili e dolorose situazioni.
Azzurra
Noi piangiamo, ed è un elemento naturale e umano. Ma spesso pensiamo che le lacrime siano segni di debolezza e di vergogna. Quindi, quando ci viene da piangere davanti alla gente, tratteniamo le lacrime piú possibile. Matteo Nucci nega che le lacrime siano segni di debolezza e ci spiega nel libro Le lacrime degli eroi che piangere non è un atto debole, ma solo chi piange può superare i propri limiti. E infatti gli eroi piú forti e coraggiosi come Achille, Odisseo, Menelao, piangono, e molto. Il libro è un po’ complesso e non è facile da leggere, ma è un libro molto interessante. Io ho letto tante volte la mitologia greca e romana, e quando si tratta degli eroi, i libri spesso si concentrano solo sulla forza, la gloria, e il coraggio e non raccontano mai le lacrime. Invece nel libro di Nucci il racconto è basato proprio sulle lacrime degli eroi, e ciò è molto interessante e mi è piaciuto, perché ho potuto vedere la mitologia da un altro punto di vista, focalizzando un elemento che tutti gli altri hanno nascosto.
Ju Young
È stata una bella esperienza incontrare a scuola l’autore di un libro letto, cosa che non succede molto spesso. Nucci poi è sembrato fin da subito una persona molto simpatica, infatti, al contrario del libro che ha scritto, ha usato molte espressioni divertenti e colloquiali per relazionarsi con gli studenti presenti. È stato sicuramente molto interessante ascoltare i suoi discorsi e le domande poste, che hanno fatto capire meglio alcune parti o espressioni del libro non totalmente chiare.
È stato speciale soprattutto quando alla fine dell’incontro ha autografato le copie di ciascuno, con tanto di dedica personale, forse per non far dimenticare quest’esperienza.
Gabriele
Il libro, nonostante sia abbastanza complicato nel contenuto e nel linguaggio, è molto profondo e riesce a mettere in risalto il vero senso dei poemi omerici, che non è solo quello di tramandare le vittorie e le conquiste degli eroi del tempo, ma quello di far risaltare i problemi e, come dice il titolo del libro, le lacrime e la sofferenza che ciascuno di loro prima o poi è obbligato ad affrontare, come accade del resto anche a noi. Questo è il messaggio che ci ha voluto trasmettere Matteo Nucci durante la presentazione del suo libro, conducendoci ad apprenderne il vero significato.
È bello inoltre, spiega sempre Nucci, poter ricordare che anche gli “eroi”, cosí come li definiamo noi, piangano e mostrino il loro lato piú sensibile sempre e senza vergogna, perché anche loro esseri umani. Essere degli eroi non esclude il dolore o il non compiere mai errori. Gli eroi, al contrario, sono coloro che riescono ad affrontare gli errori, ed è per questo che tutti noi possiamo definirci in qualche modo tali.
Giada
L’incontro con Matteo Nucci è stato molto interessante, perché ha potuto chiarire alcuni miei dubbi. L’ho trovato un testo un po’ complicato, perché contiene molte parole di cui non conosco il significato, per questo la lettura non è stata semplice. Di sicuro è un libro molto interessante, soprattutto per gli appassionati dei poemi omerici o in generale dell’epica.
L’autore si è rivelato molto diverso da come lo avevo immaginato. Mi aspettavo un uomo che usasse parole difficili, come nel testo, ma non è stato cosí. Ha usato un linguaggio vicino al nostro ed è stato molto cordiale e simpatico.
Petra
Ho trovato il libro Lacrime degli eroi molto interessante, in quanto propone un tema molto particolare dei poemi omerici, non quello della forza e del coraggio degli eroi greci in battaglia, ma quello della loro fragilità, che si manifesta molto spesso sotto forma di pianto, che però non esprime la debolezza dell’eroe bensí la propria forza: soltanto un vero uomo ha il coraggio di piangere senza avere paura di sembrare debole.
L’autore durante l’incontro con noi mi è sembrato una persona colta e molto competente. Ha saputo rispondere con chiarezza ad ogni nostra domanda.
Riccardo