Liceo artistico Midossi, Vignanello (VT)
Classi: II A, III A, IV AB
Docente: Tania Luciani
Ercole è un adolescente che combatte contro i mostri che da sempre vede uscire dalle crepe dei muri di casa sua; visto il suo nome, ci si aspetterebbe un ragazzo forte e spavaldo ma, in realtà, scopriamo un protagonista pieno di paure, allo stesso tempo coraggioso e spaventato, capace di scendere di colpo da un autobus e inventare una storia assurda per conoscere una ragazza che lo ha colpito e, contemporaneamente, un bambino in continua fuga, alla ricerca di sé stesso e di un po’ di sincerità. Ercole ama disegnare perché è un qualcosa che rende liberi, che fa «perdere peso» – e forse è anche per questo che, a un certo punto della storia, inizierà a disegnare piccioni, per manifestare il suo desiderio di evadere e volare via.
Le risposte mancate e i rumori da cui lo scrittore Fabio Geda prende spunto sono quelli dei nostri giorni, delle famiglie in difficoltà, senza soldi, con molti problemi e con dei rapporti pieni di segreti, complicati. L’autore si sofferma sui dettagli quotidiani di una famiglia torinese (composta da due fratelli molto legati tra loro e un padre distratto) e di Torino stessa, facendo sí che ogni secondo conti; allo stesso tempo, non rallenta mai la narrazione ma, anzi, accelera in alcuni punti, come se le scene fossero fotografie che scorrono rapide. La struttura circolare del romanzo ci porta a capire, fin dalla prima pagina, cosa succede nella vita di un ragazzo che vive i nostri anni e tutte le sue problematiche, dall’assenza dei genitori all’incontro con il primo amore; seguiamo le sue avventure, i suoi colpi di testa, le sue insicurezze e le nuove scoperte. Attraverso le sue fughe capiamo che, prima o poi, smetterà di correre a piedi scalzi e inizierà a vivere davvero, senza piú paure.
Un padre che ricorda Frank Gallagher di Shameless, una madre scomparsa nel nulla, una sorella premurosa, un bambino di cinque anni e una ragazza con il nome di un colore ruotano intorno alla storia del protagonista, osservandolo giocare la partita piú importante: quella della ricerca di risposte che lo aiutino finalmente a crescere.
II A
Famiglie devastate, estati felici, emozioni contrastanti, lacrime e sorrisi persi nell’incertezza di un futuro – forse – migliore: tutto questo è Anime scalze, romanzo di formazione di Fabio Geda. Ercole, il protagonista della narrazione, è un adolescente solitario e un po’ impacciato, che si ritrova sommerso dai mostri immaginari del suo passato, che rappresentano le paure che tenta da sempre di
nascondere. La sua quotidianità non è semplice: ha un padre spesso ubriaco, che sistema cartelli sulle porte per non essere disturbato, che si dimentica dei compleanni e preferisce godersi la vita anziché lavorare. La madre, invece, è scomparsa nel nulla, lasciandogli solo domande senza risposta. Viola, una ragazza con le lentiggini e i capelli rossi, arriva, in un pomeriggio come un altro, a sconvolgere la sua vita: ha un cellulare, una famiglia agiata, una camera piena di libri. Grazie a lei e alla loro diversità scoprirà di essere coraggioso e andrà verso le verità che gli adulti della sua vita gli avevano sempre tenuto nascoste, dimostrando di essere migliore di loro e, allo stesso tempo, imparando finalmente a fidarsi degli altri.
La trama è semplice ma allo stesso tempo fresca, mette in scena un’avventura ordinaria, fatta di problemi attuali della società e dei ragazzi della nostra età, trattati però con inaspettata delicatezza. Nessun personaggio è totalmente positivo o negativo, tutti trovano un equilibrio e una loro definizione, anche solo abbozzata. Tra citazioni di film e cantanti, come ad esempio i rapper Marracash e Guè Pequegno, Ercole evolve, riuscendo a lasciarsi alle spalle le sue insicurezze e dimostrando che anche le anime scalze del titolo, che provano piú dolore di altre, possono tirarsi fuori dalle situazioni complicate e provare a costruire la loro felicità.
III A
È una lettura adatta a persone della nostra età ma può essere tranquillamente proposta anche a ragazzi piú giovani. Utilizzando un gergo giovanile, l’autore mette in campo una narrazione piuttosto scorrevole ma allo stesso tempo particolare (presenta, in alcune parti, una sorta di continuità tra discorso diretto e indiretto); l’uso frequente della punteggiatura rende piú intense le descrizioni delle scene, permettendo al lettore di immedesimarsi con lo stato d’animo dei personaggi. Tutte le vicende sono raccontate da Geda con l’intento di far riflettere su alcune tematiche attuali della nostra società ma mai spingendoci a provare pietà nei confronti di Ercole,
adolescente della periferia di Torino attorno al quale ruota tutta la narrazione.
Il romanzo si apre con un flashforward del protagonista, nascosto insieme a un bambino di cinque anni su un tetto di un centro commerciale. È necessario tornare indietro nel tempo e percorrere i passi che hanno portato il ragazzo ad arrampicarsi fin lassú per comprendere bene il motivo del suo gesto; scopriamo cosí la personalità di Ercole, quindicenne con una complessa situazione familiare, di sua sorella Asia, di suo padre alcolista e di tutte le persone «di buon cuore» che hanno tentato di aiutarli e dai quali si sono sempre dovuti nascondere per restare uniti. La vita di Ercole sarà sconvolta dall’arrivo di Viola, una ragazza dai capelli rossi, che gli insegnerà a guardare la vita da una nuova prospettiva, e da incredibili scoperte sul suo passato, che lo porteranno a cambiare tutto il suo futuro.
A volte, è difficile seguire i comportamenti del protagonista e molto spesso, discutendone in classe, ci siamo trovati in disaccordo con le sue scelte. Le decisioni di Ercole sono impulsive, istintive, a volte sciocche, ma sempre sincere. Il tema centrale del libro è quello dell’assenza dei genitori e, colpendo in prima persona molti ragazzi al giorno d’oggi, è sicuramente l’aspetto piú interessante e coinvolgente della lettura.
IV AB