Liceo Cafiero, Barletta
Classe: II A
Antonio è appena adolescente quando gli viene diagnosticata una malattia: l’epilessia. Dopo aver avuto dei consulti medici in Italia, il ragazzo, il padre e la madre, ormai separati, decidono di andare in Francia dal Dottor Gastaut. Dopo questa visita la vita del sedicenne torna ad essere quasi normale, poiché può riprendere le sue vecchie abitudini, che tempo innanzi aveva abbandonato. Poi, ormai diciottenne, torna dal medico francese per l’ultima risposta…
Il ragazzo sembra essersi ristabilito, ma il medico decide di sottoporlo a un’ultima «prova da scatenamento». Padre e figlio sono obbligati a rimanere svegli per ben quarantotto ore di seguito, senza assumere farmaci, solo una pillola per non addormentarsi. Nasce cosí un colloquio inaspettato, dal quale si conosceranno per la prima volta, perché riusciranno a mettere in mostra le loro paure, le loro emozioni, le loro forze e le loro fragilità.
I due intraprendono un viaggio alla scoperta di loro stessi; padre e figlio si confrontano, rivelandosi cosí lontani, eppure cosí vicini.
Le tre del mattino è un romanzo di formazione concentrato in alcune ore della notte, è un racconto di emozioni e sentimenti, che conduce il lettore tra le pieghe dei rapporti con i genitori, evidenziandone note positive e negative.
Il romanzo è di una bellezza struggente, poiché Carofiglio, con la potenza della parola, fa entrare il lettore in empatia con le emozioni dei due protagonisti che sanno far tesoro, tra i nodi complicati della vita, della giusta occasione e della possibilità di vedere cose che credevano di conoscere in modo diverso.
E poiché «nella vera notte buia dell’anima sono sempre le tre del mattino», a chi non l’abbia già fatto non resta che leggere un romanzo tra le cui pagine potrebbe imparare «a dilapidare la gioia». Perché questo è l’unico modo per non sprecarla.
Savio