Liceo scientifico e musicale G. Marconi, Pesaro
Classe: III L
Docente: Anna Sanchini
Il libraio di Selinunte è un romanzo nel quale Roberto Vecchioni narra, in maniera molto scorrevole e piacevole, la storia di un giovane di nome Nicolino. Si tratta di un ragazzo che, grazie alla tecnica del flashback utilizzata dall’autore, racconta di quando, un tempo, da bambino, trascorreva le sue notti ad ascoltare un libraio leggere. In tutto il paese Nicolino era l’unico a farlo, poiché gli altri abitanti, inizialmente incuriositi dall’arrivo di questo particolare omino piuttosto anziano, avevano lasciato perdere il libraio, ritenendolo un fastidio per la popolazione locale.
Nicolino si assentava da casa ogni notte per circa due o tre ore, durante le quali veniva sostituito, nel letto, da un suo zio, al quale somigliava molto fisicamente e che gli aveva permesso di non essere mai scoperto. Questo continuo ascolto delle letture del libraio aveva scatenato in Nicolino un qualcosa di particolare: non un vero e proprio amore per la lettura (perché lui effettivamente ascoltava soltanto), ma una sorta di voglia di conoscere sempre parole nuove, di informarsi, di andare oltre le abitudini, qualcosa che gli permettesse di vedere il mondo con occhi diversi.
Una sera come le altre, però, accadde qualcosa di singolare: il libraio, dal quale Nicolino pensava di essersi sempre nascosto bene, dietro la moltitudine di libri, pronunciò queste parole: «E questa è l’ultima sera, Nicolino». Da quel giorno niente fu piú come prima. Diversi eventi particolari avvennero nei giorni seguenti, fino a quando, raggiunto l’apice, tutto diventò per sempre uguale, privo di emozioni. Gli abitanti di Selinunte persero la parola e, in seguito, ci vollero degli anni perché tornassero a comunicare, anche se in maniera molto semplice, senza alcuna emozione, con l’unico scopo di comprendersi, attraverso espressioni ormai codificate, che potessero essere utili per sopravvivere.
Questo bellissimo racconto viene fatto da Nicolino alla sua ragazza, Primula, la quale, come tutti gli abitanti di Selinunte, non si ricorda piú nulla di quelle splendide giornate che caratterizzavano quel piccolo paese situato sulla costa siciliana.
Attraverso questo libro Vecchioni vuole far capire quanto siano importanti la parola e la continua informazione. Ciò soprattutto in un’epoca come la nostra, in cui siamo abituati a svolgere tutto di fretta e a non aver mai tempo, trascurando spesso la pazienza, la curiosità e il sapere. Siamo abituati, purtroppo e per fortuna, ad avere tutto alla portata di un clic. Invece a volte dovremmo prenderci del tempo e utilizzarlo, ad esempio, leggendo un libro, che ovviamente non ci darà subito la risposta che cerchiamo, ma è proprio questo il bello: avere la pazienza di arrivare fino in fondo o per lo meno riflettere su ciò che il libro ci dà come spunto.
Spesso i romanzi ci possono dare degli input che dobbiamo ricevere e trasferire nella vita quotidiana; come appunto nel caso di questo libro, dobbiamo comprendere quanto informarsi, per avere una visione piú aperta del mondo, con piú punti di vista, e come sia importante la cultura, per affrontare problemi e novità dalle quali non si potrà fuggire. Perché altrimenti finiremo tutti come gli abitanti di Selinunte: soli, senza alcun tipo di sentimenti e incapaci di chiedere aiuto, proprio perché inconsapevoli dei nostri bisogni.
Giacomo