Tania Luciani, Poggio Mirteto (RI)
Memorie di Adriano mi ha colpito moltissimo per la sua prosa poetica e il racconto appassionato e sincero di un uomo imponente e fragile allo stesso tempo. In questa lunga lettera, divisa in sei sezioni, il protagonista, ormai vecchio e stanco, racconta la sua vita di gloria e responsabilità a Marco Aurelio, nipote adottivo e destinato a succedergli.
Emerge il ritratto di una figura carismatica, dall’individualità unica e profonda; un uomo moderno e libero, colto, instancabile viaggiatore e scopritore di culture; un guerriero dall’indole pacifica e che combatte solo in difesa dei propri territori; poeta, amante della natura e delle arti, eppure inquieto, dolorosamente consapevole dei propri limiti; un politico saggio, ponderato e dotato di grande spiritualità.
Nel romanzo troviamo moltissimi riferimenti ad avvenimenti storici ben ricostruiti e intrighi politici della corte romana, ma soprattutto il commovente racconto della passione proibita che Adriano nutrí verso Antinoo, un ragazzo che l’imperatore tenne vicino a sé senza esitare mai, vivendo pienamente l’amore e la stima che li teneva uniti.
«Animula vagula blandula» sono i versi che la tradizione vuole essere gli ultimi pronunciati dall’imperatore prima di morire e che, nel testo, titolano la prima sezione: «piccola anima delicata», una sintesi perfetta di come ho percepito, nel corso della lettura dell’opera, non solo il personaggio storico, ma anche la sensibile penna dell’autrice che gli ha cosí magistralmente ridato vita.
Tania Luciani insegna Lettere presso l’IIS Gregorio da Catino, Poggio Mirteto (RI).