Maura Giannattasio, Torino
Fin dall’immagine di copertina de Il silenzio delle ragazze, il lettore può evincere il diverso punto di vista dell’autrice rispetto all’Iliade omerica. In primo piano c’è una donna ammantata di rosso con lance alle spalle. La donna è Briseide, il premio vinto da Achille e contesa con il re acheo Agamennone. E a raccontare la distruzione di Troia è proprio Briseide che, sopravvissuta miracolosamente al massacro di Lirnasso, sua città natale, è catturata da Achille per farla sua schiava.
Briseide narra la propria quotidianità e quella delle altre donne che sono considerate solo Troiane, quindi, nemiche. Briseide dà voce a tutte le donne che non possono parlare, perché «Il silenzio si addice alle donne». Ma la guerra, per loro, è anche la paura e l’attesa di essere chiamate dai condottieri a soddisfare i propri piaceri, è il sudore dell’alcova, è il prendersi anche cura delle salme dei caduti in battaglia. Tocca alle donne, infatti, occuparsi dei riti funebri. Quando muore Mirone, parente di Achille, Briseide e le altre riempiono secchi d’acqua con una mistura di erbe aromatiche, si avvicinano al tavolaccio e si muovono lente, con i polpastrelli dai pori dilatati.
La Barker, con un linguaggio lineare e incisivo, trasforma il campo degli eroi omerici in un campo di stupro, sottolineando che ogni guerra, in ogni tempo, non può portare che violenza e distruzione.
Maura Giannattasio insegna Lettere all’Istituto Edoardo Agnelli di Torino.