Maura Giannattasio, Torino
«La femmina è una brocca: chi la rompe se la piglia».
È con questo incipit che Viola Ardone ci immerge direttamente nella vita della protagonista. Oliva è una ragazza quindicenne, studiosa, che vive in un piccolo paese siciliano, dove essere donna è di per sé una sfortuna. «Io ero piú felice se nascevo maschio come Cosimino, ma quando mi fecero nessuno si curò del mio parere».
Attorno al diritto di parola e di genere ruota tutta la vicenda. Siamo negli anni ’60, in un paese dove è radicata una profonda educazione patriarcale, ma Oliva non è femminista o ribelle, è una giovane mite, molto legata al padre con il quale ama andare a raccogliere le lumache. La madre è una donna devota, al limite della bigotteria, non ha studiato e si esprime solo per proverbi che Oliva mette in discussione. Con l’arrivo del «marchese» per Oliva cambia tutto: da questo momento dovrà difendersi dai maschi per arrivare illibata al matrimonio.
La figura della protagonista rimanda, inevitabilmente, a Franca Viola, la donna che nel secondo dopoguerra, dopo essere stata vittima di uno stupro, rifiutò il matrimonio riparatore, eliminato dalla legislazione italiana insieme al delitto d’onore soltanto nel 1981.
Libro piú che mai attuale, in un periodo in cui si è dovuto coniare il termine femminicidio come conseguenza a un legittimo «no» espresso dalla donna. Attorno alla protagonista ruotano tanti tipi caratteriali: l’ipocrita, il violento, il sottomesso. Bellissima la figura del padre, uomo taciturno, che proprio con i suoi silenzi è per Oliva un vero sostegno; i suoi «non lo preferisco» le insegnano che contro ogni forma di abuso bisogna lottare e rivendicare la propria soggettività.
Maura Giannattasio insegna Lettere all’Istituto Edoardo Agnelli di Torino.