Ilaria Vajngerl (Valdagno)
In classe stiamo imparando a descrivere. Prendete un foglio, ho detto ai miei ragazzi, e pensate a un sentimento. Quello che vogliamo? Mi hanno chiesto. Quello che volete.
Bene, adesso provate a dargli un corpo, o una forma. E poi me la raccontate. I più timidi hanno guardato la pagina bianca, i più spavaldi hanno alzato la mano. Può farci un esempio? Mi hanno domandato.
Così ho cominciato a leggere ad alta voce le prime facciate di Un bene al mondo, l’ultimo romanzo di Andrea Bajani.
Si racconta di un bambino che vive col suo dolore in un paesino sotto una montagna. Il dolore somiglia a un cane e come un cane è fedele al suo padrone, accompagna il bambino nei boschi, oltre la piazza, dopo la ferrovia. Tutti in paese si portano appresso il loro dolore. Qualcuno ha una bestia rabbiosa che morde e distrugge, qualche altro un cucciolo timido che non si mostra a nessuno. Il bambino pian piano impara a portarsi dietro i dolori della sua famiglia e ad allontanarsene, trovandosi adulto in una città nuova, in cui le paure vengono ridimensionate e forse vissute.
È un dolore ordinario, quello dell’uomo, talmente comune che a volte qualcuno gli fischia credendo sia il suo. E in effetti potrebbe essere anche il nostro. Pagina dopo pagina riesco a immaginare il dolore che mi siede accanto – è mansueto in questi giorni – ma so che ha un’indole volubile.
Il romanzo di Bajani è una bella fiaba di formazione, che riesce a disegnare con grazia la fatica che il vivere comporta e che ci trasciniamo sempre dietro. La delicatezza e la semplicità del racconto rendono accessibili anche ai lettori più giovani tematiche complesse, che difficilmente riusciremmo ad affrontare se usassimo esempi espliciti, che rischierebbero di limitare la nostra riflessione solo a un certo tipo di prospettiva.
E i miei ragazzi, grazie a Bajani, alla fine hanno capito. Qualcuno ha descritto la gioia come un pallone giallo che vola sempre in alto, quelli in fondo all’aula hanno raccontato la rabbia, certi altri la tristezza.
Un bene al mondo è un romanzo aperto che offre continui spunti per avviare un dialogo, con noi stessi e con chi ci sta accanto. Perché tutti crescendo abbiamo dovuto affrontare una bestia, cercando, come potevamo, di farcela amica.
Ilaria Vajngerl scrive e insegna lettere alla scuola media di Valdagno (Vi).