Matteo NucciAchille e Odisseo

Sara Scalabroni, Civitanova Marche (AN)

A volte basta poco per guardare con altri occhi ciò che è in un certo modo per universale convenzione e sembra immutabile. Per esempio, basta rinunciare alle parole ovvie e chiamare gli eroi che popolano l’epica omerica semplicemente ragazzi. Sí, perché quello erano Achille, Patroclo, Odisseo e tutti gli altri che si sono trovati a combattere una guerra alla quale in fondo erano poco interessati, proprio come è successo a tanti uomini in carne e ossa. È stato bravissimo Matteo Nucci, protagonista della nostra Notte del liceo classico, non solo per i tanti spunti che ha offerto al pubblico ma anche perché ha saputo accendere gli studenti. E allora, quelle storie che «non furono mai, ma sono sempre», secondo una celebre definizione del mito, hanno smesso improvvisamente di appartenere ai libri e hanno preso forma, insieme ai loro protagonisti.

Cosí Achille che piange e si dispera perché ha patito un’ingiustizia parla di noi, racconta le nostre emozioni, i nostri errori, al pari di Odisseo. La nostra vita è difficile e complicata, ha detto Nucci, come lo era quella di quei ragazzi. Le corde dell’anima, in fondo, vibrano da sempre per gli stessi motivi. Difficile non cedere alla tentazione di attualizzare il mito. Chissà cosa direbbe oggi un viaggiatore come Odisseo, esperto di uomini e di luoghi, vedendo il Mediterraneo – questo il tema della Notte nazionale – lacerato da viaggi disperati e guerre feroci, mentre la xenìa, cioè l’ospitalità, l’istituzione cardine per gli antichi, sembra caduta in disuso.

Questa una delle tante riflessioni che l’autore di numerosi saggi dedicati al pensiero antico e al mito ha condiviso con il pubblico. Un incontro appassionante, che il liceo Leonardo da Vinci di Civitanova Marche ha organizzato nell’ambito del progetto Lo struzzo a scuola, promosso da Punto Einaudi Marche. Regista della Notte, la professoressa Maria Grazia Baiocco, che ha coordinato i tanti eventi ideati per l’occasione. Un’esperienza da ripetere, non fosse altro per la magia creata da tante persone sedute vicine che ascoltano guardando negli occhi chi racconta mondi di ieri e di oggi e fanno domande, a partire da sé.

Sara Scalabroni insegna al liceo Leonardo da Vinci di Civitanova Marche.