Matteo BussolaIl rosmarino non capisce l’inverno

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Un romanzo in cui si intrecciano storie ordinarie ed eccezionali, che ci toccano, ci interrogano, ci commuovono.

Una donna sola che in tarda età scopre l’amore. Una figlia che lotta per riuscire a perdonare sua madre. Una ragazza che invece non vuole figli, perché non sopporterebbe il loro dolore. Una vedova che scrive al marito. Una sedicenne che si innamora della sua amica del cuore. Un’anziana che confida alla badante un terribile segreto.

Le eroine di questo libro non hanno nulla di eroico, sono persone comuni, potrebbero essere le nostre vicine di casa, le nostre colleghe, nostra sorella, nostra figlia, potremmo essere noi. Fragili e forti, docili e crudeli, inquiete e felici, amano e odiano quasi sempre con tutte sé stesse, perché considerano l’amore l’occasione decisiva. Cadono, come tutti, eppure resistono, come il rosmarino quando sfida il gelo dell’inverno che tenta di abbatterlo, e rinasce in primavera nonostante le cicatrici.

«Ho deciso di scrivere di donne perché non sono una donna. Perché ho la sensazione di conoscerle sempre poco, anche se vivo con quattro di loro. E perché è piú utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già».

Leggi un estratto.

«Matteo Bussola sembra sempre accarezzare con levità il dolore, ma dietro le tinte tenui narra la quotidianità senza sconti, momenti che incorniceresti e altri che cancelleresti volentieri» (Raffaella De Santis, «la Repubblica»).

«In 150 pagine cesellate e scolpite, Bussola è riuscito a dare vita a esistenze differenti, in cui è impossibile non riconoscersi» (Francesca Visentin, «Corriere del Veneto»).

«Matteo Bussola illumina una scena, traduce uno sguardo rendendolo tridimensionale. Lo fa con i fumetti, tratteggiando sicuro un volto; lo fa con i testi scritti, scavando nelle emozioni, soprattutto delle donne. Per farsi un’idea basta leggere Il rosmarino non capisce l’inverno» (Annachiara Sacchi, «La Lettura – Corriere della Sera»).

«Un inno all’essere sempre sé stesse e alla forza delle donne, al desiderio di emancipazione e indipendenza: ecco cos’è questo libro» (Alisea Zamboni, «Gazzetta di Mantova»).

«Racconti strutturati, perfetti, penetranti. Lame che penetrano nella carne, mettono a fuoco stati d’animo, regalano esistenze» (casalettori.com).