Una sera come tante Giulio torna dall’ufficio, e davanti al cancello della sua casa di Pavia trova ad aspettarlo una frotta di giornalisti. Dall’altra parte dell’Italia un’auto ha travolto e ucciso una bambina, sebbene nessuno la stesse conducendo. Era una macchina a guida autonoma, e l’ingegnere che si è occupato del progetto è proprio lui. Fino a un istante prima Giulio era un marito e un padre qualunque, con un lavoro sicuro, una famiglia che gli voleva bene e lo aspettava a casa per cena: adesso è al centro di un assedio. I litigi con la moglie, le discussioni con i ragazzi che nel frattempo diventano sempre piú adulti, la cronaca cittadina che mormora e soprattutto la strategia difensiva da preparare con l’avvocato.
E cosí, mentre Tania cerca di salvare il loro matrimonio, mentre Chiara si chiude in se stessa e Ale si prende cura di uno dei bambini in difficoltà a cui fa da allenatore di calcio, Giulio si ritrova all’improvviso nell’occhio del ciclone. Chi è il responsabile di quella morte: il conducente o il progettista?
Tra ritmi serrati da romanzo processuale e il racconto intimo di una famiglia di fronte alla prova piú difficile, Scianna affronta argomenti inesplorati, che hanno a che fare con l’etica del futuro, l’intelligenza artificiale e le zone d’ombra delle nostre responsabilità individuali. Le api non vedono il rosso è un romanzo che ci chiama in causa, ci interroga, ponendoci le domande giuste per capire che cos’abbiamo intorno. E insieme apre le porte a un dibattito che nei prossimi anni occuperà di peso il discorso pubblico e, forse, riconfigurerà la nostra morale.
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«Le api producono il miele, costruiscono sofisticatissimi alveari e sono organizzate in società migliori della nostra. Ma non sono perfette, perché non vedono il rosso. “Non si può controllare tutto. Qualche pezzo lo dobbiamo perdere”. Le Api non vedono il rosso s’interroga proprio su questo: sull’entità di quel rosso che stiamo perdendo nella corsa al raggiungimento di una società sempre piú tecnologica e complessa» (Simona Sparaco su «la Stampa»).
«Un romanzo di ritratti psicologici in costante evoluzione, ove centrali sono proprio i ragazzi» (Ermanno Paccagnini, «la lettura – Corriere della Sera»).
«Le api non vedono il rosso trascina il lettore in un legal drama ambientato tra Pavia e Lecce. Esplora l’abisso in cui sprofonda una famiglia, ma apre al contempo interrogativi su temi caldi come l’etica nell’applicazione dell’intenza artificiale (di cui tanto si sta discutendo) e la responsabilità degli individui» (M. Grazia Piccaluga, «la Provincia Pavese»).
Giorgio Scianna ha parlato del libro con Serena Uccello: