Un libro necessario per rileggere gli anni della Seconda guerra mondiale dalla parte delle donne.
Attraverso le lettere private del fondo Rai-La mia guerra e dell’Archivio della memoria delle donne di Bologna, Michela Ponzani ricostruisce la guerra combattuta, vissuta e subita dalle donne italiane tra il 1940 e il 1945, e indaga a fondo i meccanismi che portano alla degradazione della donna e del corpo femminile.
Dalla trama dei ricordi e delle testimonianze, sulla scena di uno scontro terribile dove i fronti si rovesciano e gli eserciti si sfaldano, emergono le storie di donne che con coscienza vollero combattere la «guerra totale», rivendicando il diritto di disporre della loro sorte, ma anche le storie di donne anonime che subirono le ricadute del conflitto fatto di bombardamenti, rastrellamenti, stragi, stupri di massa. E ancora le storie di coloro che ebbero relazioni con i tedeschi invasori di cui talvolta divennero amanti.
Non si tratta, quindi, solo di guerra alle donne, ma anche di guerra delle donne, intesa come «lotta privata» di chi, volendo resistere, agisce anche per la liberazione di se stessa dal pregiudizio morale, dalla discriminazione sociale imposta dalla cultura maschile.
«La guerra aveva risparmiato le nostre vite ma cancellato l’identità, l’anima; quella di prima era sepolta per sempre».
Leggi un estratto.
Sarei felice se la seconda edizione di questo libro potesse arrivare alle tante ragazze che oggi frequentano le scuole e che affrontano l’ingresso nell’età adulta, in un mondo ancora pieno di ingiustizie, violenze, pregiudizi e diseguaglianze. A loro, future donne di domani, vorrei lasciare le parole di Marisa Ombra, ragazza della Resistenza nelle brigate Garibaldi, tra le fondatrici dei Gruppi di difesa della donna, alla quale ho voluto un gran bene. «Siate partigiane, per essere libere sempre».
«La parte piú interessante del libro sta nel rivelare come in quegli anni molte donne, nonostante le condizioni durissime, riuscirono a praticare autentiche “scelte di libertà”, decidendo di ribellarsi alla soggezione in cui la cultura fascista le aveva volute collocare» (Giuliano Milani, «Internazionale»).
Michela Ponzani è stata ospite a Quante storie
e a TEDx Firenze