Ta-Nehisi CoatesIl danzatore dell’acqua

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«È la memoria la via, è la memoria il ponte fra la dannazione della schiavitú e la benedizione della libertà».

Nella piantagione di Lockless vive Hiram Walker: ha diciannove anni ed è nato schiavo, ma possiede qualcosa che lo rende unico. Il padre di Hiram è il proprietario della piantagione: come spesso accadeva all’epoca, ha messo incinta una schiava e l’ha poi venduta quando Hiram era solo un bambino. Della madre Hiram non ricorda niente, nonostante la memoria portentosa che, insieme alla sua intelligenza, gli ha permesso di lavorare a stretto contatto con i bianchi.

Un giorno succede qualcosa di inspiegabile: gettato nelle acque tormentose di un fiume, il giovane scopre di possedere un misterioso potere. Un potere, una visione che si trasformerà in una missione, per sé e per tutto il suo popolo. La storia della sua fuga dalla piantagione e di come imparerà a controllare la «Conduzione» è la storia della sua presa di coscienza, individuale e collettiva. È la storia di un riscatto e di un amore: perché è la storia di una rivolta.

Ta-Nehisi Coates ha scritto l’epopea di una nazione soffocata, un romanzo di formazione irresistibile come un libro d’avventura, intimo come una storia d’amore, potente come la promessa di un mondo piú giusto.

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Il danzatore dell’acqua ha esordito al primo posto nella classifica del «New York Times»; è stato scelto da Oprah Winfrey per il suo Book Club; è stato nominato tra i migliori libri del decennio dalla rivista «Paste» e inserito tra i libri dell’anno nelle liste di «Time», «The Washington Post», «Chicago Tribune», «Vanity Fair», «Esquire», «Good House- keeping», The New York Public Library, «Kirkus Reviews», «Library Journal» e dalla National Public Radio.

«Leggendolo, ho avuto la netta impressione di misurarmi con un’opera classica, di quelle che restano a fondamento di una nuova, imprescindibile visione del mondo» (Gad Lerner, «il Fatto Quotidiano»).

«Questo romanzo ha dato l’occasione anche per porre l’accento sul potere positivo del racconto: un ponte, una via di fuga, forse una salvezza» (Alessandra Sarchi su «la Lettura – Corriere della Sera»).

«Un romanzo che sorprende» (Gabriele Romagnoli, «Robinson – la Repubblica»).

«Un romanzo epico, corale, fantastico e realissimo insieme» (Lisa Ginzburg, «Avvenire»).

«Prima di essere una storia d’amore e un romanzo di avventura, il libro di Coates è una potente metafora del valore della memoria e del racconto» (Arianna Farinelli, «Domani»).

«È un libro importante per comprendere l’impatto attuale della storia dello schiavismo, che l’autore sottrae all’oblio» (Gabriele Santoro, «Il Messaggero»).

«Un romanzo che assume l’eredità schiavista fondandola su ricerche storiche impeccabili» (Luca Briasco, «Alias – il manifesto»).

«Coates sottolinea cosí l’importanza della storia e della memoria, delle proprie radici di afroamericano, e lo fa costruendo un romanzo avventuroso e intenso, a tratti di una potenza straordinaria, che parla di libertà e riscatto» (Isabella Fava, «Donna Moderna»).

«Un romanzo potente, tratto da una storia vera» (Tina Guiducci, «Gazzetta di Mantova»).

«Un’opera senza tempo, degna di essere annoverata tra i classici della letteratura contemporanea» («Rolling Stone»).